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Le province pedologiche: Provincia pedologica 3 - Suoli dei rilievi del versante tirrenico      
                       
Suoli dei rilievi collinari e montuosi dell'Appennino sud-occidentale, sul versante tirrenico, a quote in prevalenza tra 300 e 1000 m, con versanti caratterizzati da pendenze variabili, da moderate a molto acclivi. Il substrato ha litologia costituita principalmente da calcari e calcari marnosi, con presenza di marne, argilloscisti e depositi di conoide.

Il profilo è in prevalenza moderatamente evoluto per brunificazione e ridistribuzione dei carbonati e, talora, melanizzazione. Subordinatamente, il profilo è fortemente differenziato per lisciviazione dell'argilla. Prevale l’utilizzazione a boschi e a pascoli, mentre le aree agricole sono scarsamente diffuse. La superficie interessata è di 29.697 ha, pari al 3% del territorio regionale.
I suoli dei rilievi del versante tirrenico presentano una notevole variabilità di processi pedogenetici.
Su rocce carbonatiche sono diffusi suoli moderatamente evoluti, nei quali i materiali di partenza, derivati dalla dissoluzione chimica della roccia, sono moderatamente ossidati (brunificazione).
L'arricchimento in sostanza organica degli orizzonti superficiali ha portato alla loro melanizzazione, con formazione di un epipedon mollico. Anche sulle marne e calcareniti prevalgono i suoli a profilo moderatamente differenziato, per rimozione dei carbonati e brunificazione. Sui depositi di conoide si sono sviluppati suoli con ridistribuzione dei carbonati all'interno del profilo, con formazione di orizzonti di accumulo secondario di carbonati (orizzonti calcici).
In questa provincia pedologica sono presenti anche suoli molto evoluti. Su materiali di partenza di origine colluviale si sono sviluppati dei suoli a profilo fortemente differenziato per lisciviazione, con formazione di potenti orizzonti di accumulo illuviale dell'argilla. Le tracce dell'illuviazione dell'argilla sono in genere ben visibili sotto forma di pellicole che ricoprono gli aggregati strutturali, accompagnate spesso anche da pellicole nerastre ferro-manganesifere (si veda la fotografia qui a lato). In questi suoli, per effetto del clima particolarmente piovoso dell'area, è avvenuta anche una intensa lisciviazione delle basi dal complesso di scambio, il quale si presenta quindi fortemente desaturato. Per questa loro caratteristica questi Alfisuoli appartengono al sottogruppo Ultic della Soil Taxonomy.
Su materiali di partenza più argillosi (marne, argilliti), si sono sviluppati Alfisuoli con caratteri vertici, a causa della presenza di argille a reticolo espandibile.

Particolare di un suolo molto evoluto, con pellicole di
argilla e di ferro-manganese
(località Alte Coste, presso Lauria).
 

Paesaggio tipico dei rilievi appenninici sud - occidentali
   
 
Geologia e geomorfologia
La tipica distribuzione delle dorsali appenniniche secondo l'allineamento NW-SE si fa meno definito nella porzione sud-occidentale del territorio lucano.
I rilievi principali (monti Coccovello, La Spina, Zaccana) emergono in modo netto dalle sottostanti aree di fondovalle che risultano essere strette e incassate. Tra i principali corsi d'acqua solo il fiume Noce mantiene la direzione NW-SE, mentre il Fiumicello e l'alto corso del Sinni presentano degli allineamenti più divergenti.
L'assetto strutturale mostra un'impostazione a monoclinale con fronti rivolti generalmente verso Nord; localmente i versanti sono ricoperti da coltri detritiche di varia pezzatura, talvolta debolmente organizzate, composte da elementi prevalentemente calcarei e calcareo dolomitici, con
spigoli da vivi a sub-angolosi. La suddetta situazione determina delle condizioni di notevole instabilità dovuti a fenomeni franosi da crollo che a volte interessano anche i centri abitati.

Il centro abitato di Trecchina, su conglomerati. Più in alto, i
ripidi versanti dei rilievi costituiti da rocce carbonatiche.
 
Le rocce che costituiscono questi rilievi sono principalmente carbonatiche: calcari, calcari marnosi.
Sono subordinatamente presenti marne e argilliti, talora arenarie. Le aree morfologicamente più ribassate rispetto ai rilievi principali sono interessate da depositi di conoide di notevole spessore, costituite da conglomerati a matrice sabbiosoargillosa.
La complessità morfologica di questa provincia pedologica è testimoniata dalla distribuzione delle fasce altimetriche, che ha due picchi, corrispondenti alle classi 400-500 e 700-800 m di quota.
Anche la distribuzione delle classi di pendenza ha due picchi: la classe più rappresentata è la moderatamente acclive, che interessa il 35% del territorio della provincia, seguita dalla molto acclive, con poco meno del 20%.

Distribuzione delle pendenze

Distribuzione delle altimetrie
 
 
Clima
Per l'inquadramento climatico di questa provincia pedologica sono stati utilizzati i dati della stazione meteorologica di Lagonegro (666 m s.l.m.).
Le precipitazioni sono elevate: la media annua è di 1.920 mm. La loro distribuzione non presenta caratteri particolari, ed è tipicamente concentrata nel periodo autunnale e invernale. Il mese più piovoso è dicembre, con quasi 300 mm, mentre a luglio le precipitazioni raggiungono il minimo di 35 mm di media mensile. Il numero di giorni piovosi nell'anno è pari a 117.
La temperatura media annua è di 13,2 °C; il mese più freddo è gennaio, con una media mensile di 5,6 °C, il più caldo agosto con 22 °C.
I dati termo-pluviometrici, interpretati secondo il diagramma di Bagnouls e Gaussen, hanno evidenziato l'assenza di un periodo di deficit idrico.
Il regime di umidità dei suoli, stimato con il metodo Billaux, è risultato udico per tutte le AWC considerate (100, 150 e 200 mm). Il regime di temperatura dei suoli è mesico.
La formula climatica secondo il metodo di Thornthwaite, riferita ad una AWC di 150 mm, è AB'2rb'4. Si tratta di un clima perumido (A) con indice di umidità globale pari a 222, secondo mesotermico (B'2) con evapotraspirazione potenziale (ETP) annua di 724 mm. Si caratterizza per l'assenza di deficit idrico estivo (r, con indice di umidità di 233) e per una concentrazione estiva dell'efficienza termica, intesa come rapporto tra ETP del trimestre estivo ed ETP annua, del 49% (b').
La classificazione fitoclimatica di Pavari ascrive la stazione di Lagonegro al Fagetum, sottozona calda, II tipo con siccità estiva. Questa tipologia caratterizza i versanti più freschi, localizzati alle quote più elevate e esposti a nord. Le zone fitoclimatiche più rappresentative della provincia pedologica sono certamente il Lauretum e il Castanetum.
               
 
Piccola superficie coltivata circoscritta da versanti boscati,
presso Lauria.
 
               
                             

Elaborazioni climatiche per la stazione meteorologica di Lagonegro
 
                             
Uso del suolo e vegetazione
Questa provincia pedologica si caratterizza per la scarsa vocazione agricola. La maggior parte delle superfici, infatti, è coperta da boschi di latifoglie e da pascoli. Le limitate attività agricole sono costituite da coltivazioni di foraggere annuali e di cereali, che sono attuate su modeste superfici, con pendenze poco elevate e poste alle altitudini più basse.
Le biocenosi forestali e i pascoli hanno un'elevata potenzialità produttiva favorita dal clima, per effetto delle notevoli precipitazioni. Tuttavia, uno sfruttamento eccessivo e l'adozione di errate pratiche silvo-pastorali, che riducano eccessivamente la copertura del suolo, possono provocare gravi ed irreversibili fenomeni di erosione idrica e dissesti idrogeologici.
In questa provincia la vegetazione è tipica delle zone fitoclimatiche dal Lauretum al Castanetum, con presenza del Fagetum caldo alle quote più elevate e nelle esposizioni più fresche. La vegetazione forestale è costituita da boschi di latifoglie decidue (Quercus pubescens, Quercus cerris, Ostrya carpinifolia, Castanea sativa), allo stato puro o consociate con Acer neapolitanum, Acer obtusatum, ecc., e sempreverdi (Quercus ilex frammista a diverse essenze della macchia mediterranea).
Queste ultime formazioni sono localizzate nelle zone più calde, in particolare sui versanti esposti a sud e a substrato carbonatico.
In alcune aree si rilevano contatti eterotopici Fagus/Quercus ilex, con mescolanza di specie di piani altitudinali differenti, dove il bosco a Quercus ilex rappresenta un tipico esempio di lecceta montana interna.
La vegetazione arbustiva è costituita in prevalenza da ginestre e cespugli spinosi (Spartium junceum, Rosa spp., Rubus spp.,Prunus spp.). Sono presenti, inoltre, rimboschimenti di conifere (Pinus spp.).
 
                             
Le unità cartografiche della provincia pedologica 3            

In questa visualizzazione tridimensionale della carta pedologica presso Viggianello sono visibili alcune unità cartografiche della provincia 3; in particolare è evidente il carattere più marcatamente agricolo dell’unità 3.4
 
                             

UNITÀ 3.1
Suoli dei rilievi a morfologia aspra, caratterizzati da un substrato costituito da rocce carbonatiche, in prevalenza calcari dolomitici e secondariamente calcareniti. Si sono formati su versanti acclivi o fortemente acclivi (> 35 %), e hanno pietrosità superficiale frequente, talora abbondante. Sono presenti, talora, affioramenti rocciosi. Le quote, comprese tra 300 e 1.100 m s.l.m., sono più frequentemente intorno ai 600-700 m.
L'unità, costituita da 5 delineazioni, ha una superficie totale di 9.731 ha. L'uso del suolo è costituito da boschi e pascoli, con prevalenza di questi ultimi.
Suoli moderatamente evoluti per brunificazione e melanizzazione sono diffusi soprattutto nei versanti a maggiore pendenza, dove prevalgono i fenomeni erosivi (suoli Prastio); in queste aree sono diffusi, in via subordinata, anche suoli moderatamente profondi (suoli Pascariello). Su superfici a minore pendenza, relativamente più stabili, caratterizzate dalla presenza di materiali di origine colluviale, sono presenti suoli a profilo fortemente differenziato per lisciviazione (suoli Le Crocette).

 

Nell'unità cartografica 3.1 sono presenti boschi di pregio. Nella fotografia, una fustaia di castagno presso Trecchina.
 
                             
Suoli prevalenti
Suoli Prastio (PTI1)

Suoli sottili, per la presenza del substrato roccioso calcareo entro i 50 cm di profondità, con epipedon mollico a elevato contenuto in sostanza organica.
Hanno tessitura argillosa o franco limoso argillosa e scheletro scarso. Sono non calcarei e a reazione subalcalina. La permeabilità è moderatamente bassa, il drenaggio buono.
Classificazione Soil Taxonomy: Lithic Hapludolls clayey, mixed, superactive, mesic.
Classificazione WRB: Epileptic Phaeozems.


 
Paesaggio tipico dell'unità cartografica 3.1, presso Melara.
Suoli Le Crocette (LEC1)
Suoli caratterizzati da un orizzonte argillico potente e fortemente desaturato, sono molto profondi, con scheletro assente o scarso, a tessitura franco argillosa in superficie ed argillosa in profondità.
Non calcarei, hanno reazione subacida o acida, e saturazione in basi da media a bassa in superficie, molto bassa in profondità. La loro permeabilità è moderatamente bassa, il drenaggio buono.
Classificazione Soil Taxonomy: Ultic Hapludalfs fine, mixed, superactive, mesic.
Classificazione WRB: Dystric Luvisols.
 
           

Profilo rappresentativo dei suoli evoluti, su materiali di origine colluviale (suoli Le Crocette).
 
Suoli subordinati
Suoli Pascariello (PAS1)
Suoli moderatamente profondi, limitati dal substrato costituito da roccia consolidata, caratterizzati da un epipedon mollico ben sviluppato e in
genere a elevato contenuto in sostanza organica.
La tessitura varia da franco limosa ad argilloso limosa, lo scheletro è comune o frequente. Sono non calcarei, hanno reazione neutra o subalcalina, permeabilità moderatamente bassa e un buon drenaggio.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Hapludolls fine, mixed, superactive, mesic.
Classificazione WRB: Endoleptic Phaeozems.
                   
UNITÀ 3.2
Suoli delle aree fortemente ondulate, caratterizzate da versanti acclivi ed erosi nella parte alta, e debolmente acclivi, con prevalenza di fenomeni di accumulo, nella parte inferiore, di raccordo con i fondovalle.
Questi ultimi presentano limitate superfici alluvionali, non cartografabili alla scala del presente lavoro. Il substrato è costituito prevalentemente da marne e calcareniti, anche se sono presenti inclusioni di argilliti silicee e arenarie.
 

Oliveti che interrompono la continuità della copertura
boschiva nell'unità cartografica 3.2, presso Lauria.
Le pendenze sono eterogenee, prevalentemente moderate, talora acclivi o molto acclivi. Le quote sono comprese tra i 300 e i 1.100 m s.l.m., anche se prevalentemente si aggirano intorno ai 500-600 m.
L'unità è costituita da 4 delineazioni, con una superficie complessiva di 8.143 ha. L'uso del suolo è a boschi e pascoli, con presenza subordinata di aree agricole.
Prevalgono i suoli a profilo moderatamente differenziato per brunificazione e parziale rimozionedei carbonati. Tra questi, i suoli La Città si sono sviluppati sui bassi versanti, con prevalenza di materiali di origine colluviale, i suoli Marcellino sugli alti versanti, più ripidi. Suoli completamente decarbonatati sono presenti su superfici più stabili, di limitata estensione. Sulle argilliti silicee, poco diffuse nell'area, sono presenti in genere suoli poco evoluti (suoli Cerricello).
 
               
Suoli prevalenti
Suoli La Città (LCI1)

Suoli con orizzonte cambico moderatamente sviluppato, a profondità moderata per la presenza del substrato poco alterato o fortemente scheletrico.
Hanno tessitura franca in superficie, argillosa limosa in profondità, scheletro da frequente a molto abbondante. Non calcarei, presentano reazione da subacida a neutra e alto tasso di saturazione in basi. La permeabilità è moderatamente bassa mentre il drenaggio è buono.
Classificazione Soil Taxonomy: Dystric Eutrudepts clayey over fragmental, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Eutric Cambisols.


Suoli Marcellino (MRC1)
Suoli moderatamente profondi limitati da orizzonti fortemente scheletrici, a tessitura franca in superficie, franco limosa argillosa in profondità.
Lo scheletro, scarso o comune in superficie, aumenta notevolmente nel substrato; sono suoli non calcarei e a reazione neutra in superficie, calcarei e a reazione alcalina in profondità. Hanno permeabilità moderatamente bassa e drenaggio buono.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Eutrudepts fine loamy, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Eutric Cambisols.
 
               
 
Profilo rappresentativo dei suoli Marcellino (presso Lauria).
 
 
Suoli subordinati
Suoli Cerricello (CER1)

Suoli poco evoluti e moderatamente profondi per la presenza del substrato poco alterato o fortemente scheletrico. Hanno tessitura franca con scheletro assente in superficie, franco sabbiosa con scheletro frequente talora abbondante in profondità.
Non calcarei, hanno reazione acida e saturazione in basi molto bassa. Sono suoli eccessivamente drenati, ad alta permeabilità.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Udorthents coarse loamy, mixed, acid, superactive, mesic.
Classificazione WRB: Dystric Regosols.
Tra i suoli subordinati sono presenti anche suoli a profilo completamente decarbonatato, che si sono formati su aree poco pendenti, relativamente stabili.
Questi suoli appartengono alla famiglia dei Dystric Eutrudepts fine loamy, mixed, superactive, mesic (Eutric Cambisols).
 
UNITÀ 3.3
Suoli delle aree moderatamente ondulate, con ampio sviluppo dei versanti, a litologia costituita da marne e argilliti. Si tratta di versanti poco incisi e da debolmente a moderatamente acclivi, posti a quote comprese tra i 300 e i 1.000 m s.l.m., con fascia altimetrica prevalente intorno ai 400- 500 m.
L'unità è costituita da 2 delineazioni, per una superficie complessiva di 5.108 ha. L'uso del suolo è a boschi e pascoli, con sporadiche aree agricole.
Prevalgono suoli a profilo fortemente differenziato per lisciviazione e melanizzazione (suoli Isola del Bosco).

Suoli prevalenti
Suoli Isola di Bosco (ISB1)

Suoli evoluti, con chiari caratteri vertici e con marcata differenziazione degli orizzonti: al di sotto dell'epipedon mollico, che ha un moderato contenuto in sostanza organica, si è sviluppato un potente orizzonte argillico. Sono suoli molto profondi, a tessitura da franco argillosa ad argillosa e con scheletro comune. Non calcarei nell'orizzonte argillico, presentano reazione da subalcalina ad alcalina e alta saturazione in basi. Hanno permeabilità bassa e drenaggio mediocre.
Classificazione Soil Taxonomy: Vertic Argiudolls fine, mixed, semiactive, mesic.
Classificazione WRB: Luvi-Vertic Phaeozems.


Suoli subordinati
In aree a morfologia depressa sono presenti suoli moderatamente evoluti, non calcarei, moderatamente ben drenati, che presentano evidenze di idromorfia a circa 1 metro di profondità, appartenenti alla famiglia degli Oxyaquic Eutrudepts fine loamy, mixed, superactive, mesic (Endogleyic Cambisols).
 
UNITÀ 3.4
Suoli delle aree morfologicamente più ribassate rispetto ai rilievi principali, interessate da depositi di conoide, ciottolosi, con matrice sabbioso-argillosa,
calcarei. Si tratta di versanti ondulati, debolmente acclivi, talora moderatamente acclivi. Sono incisi da un fitto reticolo idrografico minore. Le quote sono comprese tra i 350 e i 1.100 m s.l.m., e la fascia altimetrica prevalente è tra i 500 e i 700 m.
Le 2 delineazioni di questa unità hanno una superficie totale di 6.715 ha. L'uso del suolo è costituito da pascoli e boschi; le aree agricole sono più diffuse rispetto alle altre unità cartografiche di questa provincia pedologica.
I suoli più diffusi hanno profilo differenziato per ridistribuzione dei carbonati e brunificazione. Si tratta dei suoli Prantalato, sviluppati sulle superfici più stabili, e della loro variante scheletrica, che caratterizza i versanti relativamente più ripidi ed erosi.

Suoli prevalenti
Suoli Prantalato (PRA1)

Suoli caratterizzati da un potente orizzonte calcico, profondi, talora moderatamente profondi per la presenza di orizzonti estremamente calcarei.
Hanno tessitura da franca a franco argillosa, scheletro da assente a comune in superficie, abbondante in profondità. Da fortemente a estremamente calcarei, presentano reazione alcalina.
La permeabilità è moderatamente bassa e il drenaggio buono.
Classificazione Soil Taxonomy (1998): Typic Eutrudepts fine loamy, mixed, superactive, mesic.
Classificazione WRB (1998): Haplic Calcisols.


Suoli Prantalato scheletrici (PRA2)

Suoli sottili o moderatamente profondi per la presenza di orizzonti con scheletro abbondante. Pur essendo presenti orizzonti di accumulo secondario dei carbonati, questi in genere non raggiungono i requisiti per essere definiti orizzonti calcici. La tessitura va da franca a franco argillosa, lo scheletro è frequente già in superficie e cresce con la profondità.
Sono da fortemente a estremamente calcarei, e a reazione alcalina. La permeabilità è moderatamente bassa e il drenaggio buono.
Classificazione Soil Taxonomy (1998): Typic Eutrudepts loamy skeletal, mixed, superactive, mesic.
Classificazione WRB (1998): Endoskeletic Calcisols.