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Le province pedologiche: Provincia pedologica 8 - Suoli delle conche fluvio - lacustri e piane alluvionali interne      
               
Suoli delle conche e piane interne ai rilievi montuosi appenninici, su depositi lacustri, di conoide e fluviali di età diversa, da pleistocenici a olocenici. Sulle antiche conoidi terrazzate hanno profilo moderatamente o fortemente differenziato in seguito a rimozione dei carbonati, brunificazione e lisciviazione dell'argilla.
Dove la messa in posto dei sedimenti è recente, tali processi hanno agito con minore intensità, e i suoli hanno profilo poco differenziato. A causa della posizione nel paesaggio e della granulometria fine di molti sedimenti, che determinano la presenza di falde nei suoli, è frequente il processo di gleificazione.
Si trovano a quote comprese tra 210 e 900 m s.l.m., e hanno un uso agricolo (seminativi, colture arboree specializzate, colture orticole di pregio). La loro superficie totale è di 23.325 ha, pari al 2,3% del territorio regionale.
Sulle conoidi terrazzate, molto ampie nell'Alta Val d'Agri, sono presenti aree di antica deposizione, stabili da lungo tempo. I suoli di queste superfici sono evoluti, e a profilo differenziato. I principali processi pedogenetici sono stati la rimozione dei carbonati dal profilo, la lisciviazione e la brunificazione.
Sulle superfici meno antiche la rimozione dei carbonati è stata parziale e la lisciviazione è stata assente o scarsa.
Non sono presenti, entro il suolo, orizzonti di accumulo di carbonato di calcio secondario, probabilmente per effetto delle abbondanti precipitazioni invernali, che rendono il fronte di decarbonatazione profondo. Nei suoli più antichi la lisciviazione dell'argilla ha condotto alla formazione di orizzonti profondi di accumulo (orizzonti argillici).
L'ossidazione dei minerali di ferro (brunificazione) caratterizza l'evoluzione dei suoli e degli orizzonti a drenaggio libero. Molto diffusi, tuttavia, sono anche i suoli con caratteri idromorfi, nei quali hanno agito fenomeni di gleificazione, nei quali si assiste alla saturazione più o meno prolungata degli orizzonti, con diminuzione della disponibilità di ossigeno e riduzione dei minerali di ferro.
Questi processi sono causati dalla presenza della falda all'interno del suolo, in genere temporanea, talora permanente. La presenza della falda è dovuta, oltre alla posizione morfologica depressa di queste aree, anche alla grande diffusione di depositi lacustri e alluvionali a granulometria fine, limosa e argillosa. Questi strati ostacolano fortemente l’infiltrazione delle acque meteoriche in profondità.
Alcuni suoli, sui substrati più argillosi, presentano caratteri vertici, cioè una moderata tendenza alla fessurazione nei periodi secchi e al rigonfiamento nei periodi umidi. I suoli sviluppatisi su depositi fluvio-lacustri contenenti materiali di origine vulcanoclastica presentano orizzonti superficiali di colore scuro e ricchi di materia organica (melanizzazione).
Nel caso dei suoli a drenaggio difficile, si rende necessario effettuare interventi di drenaggio artificiale, soprattutto nei casi di colture arboree specializzate e anche delle orticole di pregio.
 
                     

La conca dell'alta Val d'Agri nei pressi di Villa d'Agri.
                     
 
Geologia e geomorfologia
Questa provincia pedologica comprende le piane interne all'Appennino lucano: l'ampia conca dell'Alta Val d'Agri, la piana di Dragonetti, presso Atella, le conche di Castel Lagopesole, Muro Lucano-Baragiano, e di Pignola. Molte di queste durante il Pleistocene erano occupate da ampi laghi, successivamente prosciugatisi. Attualmente è presente un solo lago, il lago del Pantano, presso Pignola.
La conca dell'alta valle del fiume Agri è un ampio bacino intermontano, di origine tettonica.
Successivamente ai mutamenti che portarono alla scomparsa del lago pleistocenico, sono intervenuti prolungati cicli di sedimentazione alluvionalecolluviale che hanno portato alla formazione di ampie conoidi laterali, e di sedimentazione alluvionale principalmente per opera del fiume Agri.
Pertanto i materiali di origine dei suoli sono costituiti da sedimenti lacustri, ai quali si sono sovrapposti depositi di conoide e fluviali. I depositi lacustri sono per lo più sabbiosi o limosi, mentre i depositi alluvionali e di conoide sono a granulometria più variabile, da ciottolosa a sabbiosa a limosa, anche argillosa. Nella porzione più a valle della conca dell'Alta Val d'Agri è stato creato, nel 1963, l'invaso artificiale del Pertusillo, che interessa una superficie di circa 700 ha.
Nelle altre conche intermontane, di dimensioni minori e localizzate più a nord e a ovest, sono presenti, anche se in misura molto differenziata, queste tipologie di sedimenti. La piana di Dragonetti (Atella), di origine principalmente lacustre, è caratterizzata dalla presenza di materiale vulcanoclastico proveniente dai rilievi circostanti.
La morfologia è pianeggiante o debolmente ondulata, con presenza di superfici terrazzate per effetto dell'incisione dei corsi d'acqua. Le quote sono comprese tra 210 e 900 m s.l.m.; come si vede nell'istogramma, la maggioranza delle aree (circa il 64%) è ubicata tra i 500 e i 700 m.
Le pendenze sono generalmente molto basse: il 52% del territorio di questa provincia pedologica è pianeggiante o sub-pianeggiante, compreso tra 0 e 5%.
 
 

Distribuzione delle altimetrie
 

Distribuzione delle pendenze
   
   
Clima
Le stazioni selezionate per l'inquadramento climatico della provincia pedologica sono quelle di Moliterno (879 m s.l.m.), rappresentativa della Val d'Agri, e di Picerno (728 m s.l.m.), che può essere presa come riferimento per le altre conche e piane alluvionali, poste più a nord. In Val d'Agri è presente anche la stazione termo-pluviometrica di Grumento Nova (530 m s.l.m.) i cui dati non sono stati riportati perché, essendo attiva da pochi anni, hanno una serie storica molto ridotta. Le stazioni disponibili si trovano nella fascia altimetrica più elevata della provincia pedologica.
Le precipitazioni sono concentrate in autunno e in inverno, e raggiungono valori massimi a novembre e dicembre (medie mensili di 141 mm a Moliterno, 99 e 105 mm a Picerno). Le precipitazioni mensili più basse sono a luglio, a Moliterno 28 mm, a Picerno 22 mm. Le precipitazioni medie annue nelle due stazioni citate sono rispettivamente di 1.081 e 765 mm.
La Val d'Agri ha un clima più piovoso rispetto alle piane minori per effetto della sua posizione geografica, prossima ai rilievi sud-occidentali, la zona con le precipitazioni più elevate della Basilicata.
Più omogenei sono i caratteri termometrici tra le due stazioni considerate. Le temperature medie annue sono di 12,6 °C a Moliterno, 12.3 °C a Picerno; i massimi si registrano ad agosto, con valori medi mensili di 22,7 °C a Moliterno e 21,6 °C di Picerno. Il mese più freddo è gennaio: a Moliterno la temperatura media di questo mese è 3,8 °C, a Picerno 3,9 °C.
I dati termo-pluviometrici, interpretati secondo il diagramma di Bagnouls e Gaussen, hanno evidenziato la presenza di un breve periodo di deficit idrico che interessa il mese di luglio e parte del mese di agosto.
Il regime di umidità del suolo, stimato con il metodo Billaux, è risultato xerico nei tre casi di AWC considerati (100, 150 e 200 mm). Il regime di temperatura dei suoli è mesico, anche se è probabile che nelle fasce altimetriche più basse compaia il regime termico.
La formula climatica proposta da Thornthwaite, riferita a una AWC generica di 150 mm, è per la stazione di Moliterno B2B'2sb'4. Tale formula individua un clima umido (B2) con indice di umidità globale pari a 51, secondo mesotermico (B'2) con evapotraspirazione potenziale (ETP) annua pari a 716 mm. Il clima si caratterizza quindi per un moderato deficit idrico estivo (s, con indice di umidità di 73) e per una concentrazione estiva dell'efficienza termica, intesa come rapporto tra ETP del trimestre estivo ed ETP annua, del 52% (b').
La stazione di Picerno si caratterizza per una formula climatica del tipo C2B'1sb'4, che identifica un clima subumido (C2) con indice di umidità globale pari a 9, primo mesotermico (B'1) con ETP annua di 701 mm. La deficienza idrica in estate è moderata (s, con indice di umidità pari a 36) ed una concentrazione estiva dell'efficienza termica del 51% (b').Per quanto riguarda la classificazione fitoclimatica di Pavari, questa provincia si inserisce all'interno del Lauretum, sottozona fredda, II tipo con siccità estiva.
   

Elaborazioni climatiche per la stazione meteorologica di Moliterno

Elaborazioni climatiche per la stazione meteorologica di Picerno
 
Uso del suolo e vegetazione
La morfologia pianeggiante o sub-pianeggiante ha consentito in queste aree un forte sviluppo delle attività agricole. Nell'Alta Val d'Agri, in particolare, si sono sviluppati ordinamenti colturali basati su un agricoltura di tipo intensivo. Questo è stato possibile anche per la disponibilità di acqua, che ha consentito l’introduzione delle pratiche irrigue per le diverse colture presenti. Le principali limitazioni agronomiche risiedono nel fattore climatico, che restringe la scelta delle colture soprattutto a causa del fattore termico.
Nell'Alta Val d'Agri le colture praticate sono altamente specializzate sia per quanto riguarda gli impianti di specie erbacee che per le arboree. Tra le prime grande importanza ha il fagiolo, coltura che può fregiarsi del riconoscimento IGP “Fagiolo di Sarconi”, al quale negli ultimi anni si sono affiancate le coltivazioni di asparagi, finocchi, meloni, peperoni e pomodori. Meno importante risulta la coltivazione di cereali, mentre rimarchevole è la coltivazione di foraggere anche poliennali, in relazione alla presenza di numerosi allevamenti di bovini da latte. Tra le colture arboree quelle più diffuse sono la vite (recente è il riconoscimento del vino DOC “Terre dell'Alta Val d'Agri”), il melo ed il pero. Va sottolineato che l'interesse per le pomacee è crescente, e l'incremento delle superfici investite a questa coltura è stato rilevante negli ultimi anni.
Nelle conche nord-occidentali l'uso prevalente del suolo è quello dei seminativi non irrigui, soprattutto rappresentati dai cereali autunno-vernini: il grano duro è il più diffuso, seguito dalle foraggiere a ciclo annuale. In queste aree le limitazioni d'uso del suolo dipendono dalle condizioni climatiche e dalla disponibilità di acqua irrigua: dove è possibile irrigare e alle quote più basse, si ha una maggiore differenziazione colturale, con la possibilità di colture intercalari a ciclo estivo, di foraggere a ciclo poliennale e della vite. La morfologia favorevole rende le conche intermontane fortemente attrattive anche per altre attività umane, e la competizione tra urbanizzazione e uso agricolo del territorio è crescente. Ne è un esempio la piana di Pignola, all'interno della quale si è sviluppata la zona industriale di Tito.
La vegetazione naturale è in gran parte scomparsa, per effetto della messa a coltura di queste superfici. Nella conca dell'Alta Val d'Agri sono ancora presenti residui di foresta planiziale a latifoglie decidue (Quercus robur e Quercs cerris, Alnus glutinosa, Fraxynus angustifolia, Populus alba), e vegetazione ripariale arborea ed arbustiva in fasce discontinue lungo il corso d'acqua a prevalenza di Salix alba, Salix Caprea, ulmus spp., Populus alba, Populus nigra, Alnus glutinosa ed erbacea (Typha spp., Juncus spp.). Nei dintorni dell'invaso del Pertusillo la vegetazione è caratterizzata da formazioni tipiche dei laghi eutrofici naturali, a Magnopotamion o Hydrocharition.
Le altre conche intermontane presentano una copertura vegetale simile: vegetazione arborea ed arbustiva ripariale in fasce discontinue lungo i corsi d'acqua a prevalenza di Salix spp., Populus nigra, Alnus glutinosa e Alnus cordata; lembi residui di vegetazione forestale planiziale a prevalenza di Populus alba, Fraxynus angustifolia, Quercus cerris ed Alnus glutinosa e, nelle zone sature di acqua, popolamenti ad elofite ed idrofite (Phragmites australis, Typha spp., Juncus spp., Potamogeton spp., ecc.). Presso le sponde del Lago del Pantano di Pignola sono presenti comunità a idrofite con popolamenti arborei ed arbustivi a Salix spp. ed Alnus glutinosa, ed erbacei costituiti da Juncus spp. e Carex spp.
 
Le unità cartografiche della provincia pedologica 8

Nell’immagine sono visibili alcuni poligoni della provincia pedologica 7 a nord-est di Potenza, in corrispondenza della valle del torrente Tiera
 

UNITÀ 8.1
I suoli di questa unità si sono evoluti su antiche conoidi e aree pianeggianti o a debole pendenza, con dossi, aree lievemente depresse e tracce di paleocanali, caratterizzate da deposizioni alluvionali e colluviali a sedimenti scheletrici immersi in una matrice sabbioso-argillosa. Sono pianeggianti o sub-pianeggianti, talora debolmente acclivi, e le loro quote variano da 550 a 735 m s.l.m.
Le 4 delineazioni che la compongono coprono una superficie di 5.463 ha. Le utilizzazioni prevalenti sono i seminativi asciutti e irrigui, i frutteti
specializzati a pomacee, e subordinatamente le colture orticole a pieno campo. Su questi suoli sono stati talora effettuati ingenti miglioramenti fondiari, come la modellazione delle superfici mediante movimenti di terra e opere di drenaggio artificiale, in genere per la realizzazione di frutteti specializzati.
Suoli evoluti, con forte differenziazione del profilo per rimozione dei carbonati e lisciviazione (suoli Garidda) e che presentano un evidente orizzonte argillico, si sono sviluppati sulle porzioni di conoi di più antiche, in genere localizzate presso lo sbocco delle valli laterali. Nelle altre aree, questi suoli sono stati erosi o coperti da processi deposizionali più recenti: non è rara infatti la presenza di orizzonti argillici sepolti. Nella maggior parte dei casi i suoli sono moderatamente evoluti per parziale rimozione dei carbonati e brunificazione. I suoli Marchese caratterizzano estese superfici nel corpo centrale delle conoidi. I suoli San Giuliano coprono superfici più limitate, e si rinvengono in aree a pendenza molto bassa.

Suoli prevalenti
Suoli Marchese (MCS1)

Suoli molto profondi, sono ampiamente diffusi su vaste aree pianeggianti o a debole pendenza.
Hanno tessitura franco sabbioso argillosa, talora argilloso sabbiosa, e scheletro comune in superficie, abbondante in profondità. Non calcarei, presentano reazione subacida nell'orizzonte arato, neutra nel resto del profilo, e alto tasso di saturazione in basi. Il drenaggio interno è buono, mentre la permeabilità è moderatamente bassa.
Talvolta possono essere presenti orizzonti argillici sepolti.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerepts fine loamy, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Eutric Cambisols.

Suoli Garidda (GAR1)
Suoli a marcata differenziazione del profilo, con orizzonte argillico ben sviluppato, a tessitura franco sabbioso argillosa. Sono in genere molto profondi, talora profondi per la presenza di orizzonti fortemente scheletrici a profondità superiori a 150 cm. Hanno scheletro comune in superficie, abbondante al di sotto dell'epipedon, e reazione debolmente acida. Il loro drenaggio è buono, talvolta eccessivo, la permeabilità moderatamente alta.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxeralfs loamy skeletal, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Haplic Luvisols.

Suoli San Giuliano (SGL1)

Suoli a moderata differenziazione del profilo, sono caratterizzati dallo sviluppo di potenti orizzonti cambici. Molto profondi, hanno tessitura argillosa, scheletro da comune ad abbondante.
Sono moderatamente calcarei e moderatamente alcalini, a drenaggio mediocre e permeabilità moderatamente bassa.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerepts clayey skeletal, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Eutri- Skeletic Cambisols.


Suoli subordinati

Su superfici limitate sono presenti suoli simili ai Marchese ma con scheletro abbondante, appartenenti alla famiglia granulometrica loamy skeletal, e suoli Garidda a drenaggio più lento, con segni di idromorfia nell'orizzonte argillico.

 
UNITÀ 8.2
Suoli su antiche conoidi di deiezione incise, a quote comprese tra 520 e 800 m s.l.m. Si sono sviluppati su superfici pianeggianti delimitate da profonde incisioni e da versanti debolmente o moderatamente acclivi, caratterizzate da substrati di origine lacustre, a sedimenti sabbiosi e argillosi.
L'unità è costituita da 2 delineazioni, per una superficie totale di 4.868 ha. L'uso del suolo è in prevalenza a seminativi, sia asciutti che irrigui, e, subordinatamente, incolti.
Sono presenti suoli a profilo evoluto, decarbonatati e lisciviati (suoli San Lorenzo), accanto a suoli moderatamente evoluti, per brunificazione e parziale rimozione dei carbonati, con caratteri vertici moderatamente pronunciati (suoli Campestrini).
La presenza di materiali parentali e substrati argilloso- limosi ostacola il drenaggio interno, causando fenomeni di idromorfia, che si attenua notevolmente nelle aree a maggiore pendenza per effetto del drenaggio esterno.
I suoli San Lorenzo sono ampiamente diffusi, in genere nelle aree a minore pendenza, mentre i suoli Campestrini si sono sviluppati sui versanti, a morfologia più ondulata.

Suoli prevalenti
Suoli San Lorenzo (SLO1)

Suoli con forte differenziazione del profilo, hanno tessitura da franco sabbioso argillosa ad argillosa, con presenza occasionale di orizzonti scheletrici in profondità. Molto profondi, non calcarei, hanno reazione da subacida a neutra, alto tasso di saturazione in basi e drenaggio mediocre.
La falda è in genere temporanea, nel periodo invernale; in alcuni casi è permanente, e si rinviene ad una profondità di 150-200 cm.
Classificazione Soil Taxonomy: Aquic Haploxeralfs fine, mixed, semiactive, mesic.
Classificazione WRB: Gleyic Luvisols.

Suoli Campestrini (CMP1)
Suoli a profilo moderatamente differenziato, sono diffusi principalmente sui versanti a debole e moderata pendenza, e anche nelle vallecole a conca; molto profondi, sono caratterizzati da evidenti caratteri vertici. Sono privi di scheletro, a tessitura argillosa, franco sabbiosa nell'orizzonte superficiale, reazione neutra, bassa permeabilità e drenaggio generalmente buono.
Classificazione Soil Taxonomy: Vertic Haploxerepts fine, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Eutri-Vertic Cambisols.
 
UNITÀ 8.3
Sono i suoli del fondovalle dell'Alta Val d'Agri, comprendente anche aree debolmente terrazzate rispetto alla piana alluvionale attuale, pianeggianti o sub-pianeggianti. Vi sono inclusi anche paleoalvei del fiume Agri e altre aree depresse. Le quote variano da 520 a 700 m s.l.m. I substrati sono costituiti da depositi alluvionali recenti sabbioso- argillosi. Attualmente gli episodi di allagamento e alluvionamento sono molto ridotti, per effetto della costruzione di argini e della canalizzazione di quasi tutti i corsi d'acqua che attraversano la zona.
L'unità è costituita da una sola delineazione, che ha una superficie di 3.496 ha. Questi suoli sono coltivati a seminativi asciutti e irrigui, erbai e colture orticole a pieno campo. Subordinatamente sono presenti seminativi arborati e coltivi abbandonati.
Sono suoli a moderata differenziazione del profilo, per parziale rimozione dei carbonati e brunificazione in genere nella parte alta del profilo. In profondità presentano fenomeni di idromorfia, con conseguente gleificazione. I suoli Navarro sono ampiamente diffusi sia nel fondovalle che nelle aree debolmente terrazzate, i suoli Giogoli sono presenti nel fondovalle dell'Agri. I suoli Verzarullo e i suoli Lagarone interessano superfici limitate rispetto alla superficie totale dell'unità cartografica.
I primi sono localizzati su alcune aree terrazzate e lungo il corso di torrenti minori, i secondi in aree depresse.

Suoli prevalenti
Suoli Navarro (NVA1)

Suoli da profondi a molto profondi, sono limitati dalla presenza della falda, che oscilla in genere tra 120 e 200 cm di profondità. Hanno un orizzonte cambico con screziature grigiastre molto evidenti e abbondanti a partire da circa 50 cm di profondità. Privi di scheletro, hanno tessitura da franco argillosa ad argillosa. Sono da scarsamente calcarei a calcarei, con reazione da neutra a subalcalina. Il loro drenaggio è lento e la permeabilità da moderatamente bassa a bassa.
Classificazione Soil Taxonomy: Aquic Haploxerepts fine, mixed, semiactive, mesic.
Classificazione WRB: Eutri-Gleyic Cambisols.

Suoli Giogoli (GIO1)
Nelle superfici prossime al corso attuale dell'Agri e dei principali affluenti sono presenti suoli moderatamente evoluti, a drenaggio mediocre. Sono molto profondi, franco sabbioso argillosi, con orizzonte superficiale franco sabbioso, e hanno reazione subalcalina. La loro permeabilità è moderatamente alta. La falda, in genere, non è presente entro i primi 2 metri.
Classificazione Soil Taxonomy: Aquic Haploxerepts fine loamy, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Eutri-Gleyic Cambisols.


Suoli subordinati
Suoli Verzarullo (VER1)

Sono suoli ben drenati o eccessivamente drenati, molto profondi e a tessitura franco sabbiosa.
Hanno un contenuto in scheletro molto variabile, da scarso ad abbondante. Sono da debolmente a moderatamente calcarei, subalcalini, e presentano permeabilità moderatamente alta.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerepts fine loamy, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Eutric Cambisols.

Suoli Lagarone (LGR1)
Nelle aree depresse dell'unita sono presenti suoli sottili, con marcata idromorfia per la presenza della falda a circa 30-40 cm di profondità per la maggior parte dell'anno. Si tratta di suoli con scarsa disponibilità di ossigeno, a tessitura argillosa, talora con orizzonte superficiale franco argilloso.
Lo scheletro è presente solamente in profondità, nel substrato, il quale è caratterizzato generalmente da una successione di livelli scheletrici e di livelli argillosi. Moderatamente alcalini, questi suoli sono in genere non calcarei in superficie e poco calcarei in profondità.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Endoaquepts fine, mixed, calcareous, active, mesic.
Classificazione WRB: Haplic Gleysols.
 
UNITÀ 8.4
L'unità comprende i suoli delle piane fluvio-lacustri con depositi prevalentemente argilloso-limosi, in cui sono presenti materiali di origine vulcanoclastica proveniente dai rilievi circostanti. Si tratta della piana di Dragonetti, localizzata ai piedi della piana vulcanica di Rionero in Vulture-Atella.
Le quote sono comprese tra 390 e 640 m s.l.m.
E' costituita da una sola delineazione, di 1.730 ha di superficie. L'uso del suolo è in prevalenza a seminativo.
I suoli prevalenti sono evoluti, a profilo differenziato per lisciviazione e brunificazione. E' presente anche la melanizzazione degli orizzonti superficiali, con formazione di epipedon mollico. A causa della tessitura molto fine, manifestano caratteri vertici, anche se non molto pronunciati. I suoli Piano di Carda sono ampiamente diffusi.


Suoli prevalenti
Suoli Piano Di Carda (CRD1)

Suoli evoluti, con marcata differenziazione degli orizzonti; presentano infatti un orizzonte superficiale mollico, e un sottostante orizzonte argillico, ben sviluppato. Sono suoli caratterizzati, inoltre, da caratteri

La piana di Dragonetti, presso Atella, caratterizzata dalla
presenza, nei sedimenti, di materiale piroclastico rimaneggiato
proveniente dai rilievi vulcanici circostanti. E' utilizzata
principalmente a seminativo.
 
vertici moderatamente espressi. Hanno tessitura argillosa, con un contenuto di argilla che supera anche il 60%, e scheletro da assente a scarso. Non calcarei, hanno reazione neutra, subacida in superficie, alto tasso di saturazione in basi. Il loro drenaggio è da buono a mediocre, e la permeabilità da bassa a molto bassa.
Classificazione Soil Taxonomy: Vertic Argixerolls very fine, mixed, semiactive, mesic.
Classificazione WRB: Luvi-Vertic Phaeozems.
                 
UNITÀ 8.5
Suoli delle conche fluvio-lacustri minori, sviluppati su depositi prevalentemente fini (limosi e argillosi), talora sabbiosi. Le loro quote variano da 720 a 900 m s.l.m.
Le delineazioni che formano questa unità cartografica sono 2, la conca di Castel Lagopesole e quella di Pignola. La loro superficie complessiva è di 2.810 ha, e sono utilizzate prevalentemente a seminativo.
Sono suoli in genere a profilo moderatamente differenziato per parziale rimozione dei carbonati e brunificazione degli orizzonti a drenaggio libero.
Molti di essi presentano, in genere in profondità ma in alcuni casi già al di sotto dell'orizzonte arato, fenomeni di gleificazione per effetto di condizioni di idromorfia. I suoli La Pantanella sono diffusi nelle zone meno depresse, a contatto con i rilievi circostanti, mentre i suoli Giogoli sono localizzati nelle aree centrali, o comunque più depresse, associati ai suoli Lagarone, anche se questi ultimi interessano superfici ridotte.

 
La conca di Pignola.
         
                 
UNITÀ 8.6
Suoli delle piane alluvionali. La rete idrografica interna ai rilievi appenninici lucani è molto complessa e ramificata, e i corsi d'acqua scorrono
prevalentemente in erosione, formando raramente delle pianure alluvionali cartografabili alla scala del presente lavoro. I materiali di partenza sono depositi alluvionali sabbiosi, ciottolosi, talora limosi. Le quote vanno da 210 a 740 m s.l.m.
L'unità è costituita da 3 delineazioni, che riguardano il tratto appenninico del corso del fiume Ofanto e dei suoi affluenti in destra idrografica (il
principale di questi è la fiumara di Atella), una porzione dell'alto bacino del torrente Platano, dove vi confluiscono la fiumara di Muro e quella
di Avigliano, e la valle del Camastra, a monte dell'omonimo lago, in corrispondenza della confluenza con la fiumara d'Anzi. La superficie complessiva è di 4.958 ha. L'uso del suolo è costituito da seminativi nelle aree meno inondabili, e da vegetazione naturale igrofila nei pressi dei corsi d'acqua.
Nelle superfici debolmente terrazzate sono presenti suoli moderatamente evoluti per brunificazione (suoli Verzarullo). Nelle aree di deposizione più recente, nei pressi dei letti di piena dei torrenti, i suoli sono scarsamente evoluti (suoli De Maria).

Suoli prevalenti
Suoli Verzarullo (VER1)

Questi suoli, presenti su superfici limitate nell'unità cartografica 8.3, hanno più ampia diffusione in questa unità, in particolare nelle aree coltivate, terrazzate e con minor rischio di inondazione.
Sono molto profondi, franco sabbiosi, con un contenuto in scheletro da scarso ad abbondante, ben drenati. Sono da debolmente a moderatamente calcarei, e la loro permeabilità è moderatamente alta.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerepts fine loamy, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Eutric Cambisols.

Suoli De Maria (DEM1)
Nelle superfici prossime ai letti di piena dei corsi d'acqua, con pietrosità superficiale frequente, sono diffusi suoli poco evoluti a tessitura franca, da sottili a moderatamente profondi, non o poco calcarei, limitati da substrati fortemente scheletrici.
Sono eccessivamente drenati.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Xerorthents loamy skeletal, mixed, nonacid, superactive, mesic.
Classificazione WRB: Endoskeletic Regosols.