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Le province pedologiche: Provincia pedologica 6 - Suoli dei rilievi centrali a morfologia aspra            
                                     
Suoli dei rilievi centrali a morfologia aspra, da moderatamente acclivi a molto acclivi, con substrato di rocce sedimentarie terziarie flyscioidi (alternanze di arenarie con marne e argille). In prevalenza hanno profilo moderatamente differenziato per brunificazione, rimozione o ridistribuzione dei carbonati, talora melanizzazione.

Nelle aree più erose sono poco evoluti in quanto tali processi hanno agito con minore intensità. Nelle superfici più stabili hanno profilo fortemente differenziato per lisciviazione.

Sono posti a quote comprese tra 100 e 1.100 m s.l.m., e la loro utilizzazione prevalente è a boschi e pascoli, con aree agricole subordinate. Hanno una superficie complessiva di 166.802 ha, il 16,7% del territorio regionale.
E' la più ampia provincia pedologica della Basilicata, in quanto interessa poco meno di un quinto della superficie regionale. I suoli presentano una discreta variabilità, fortemente influenzata dalla litologia dei materiali di partenza, costituiti prevalentemente da rocce di tipo Flysch, e dalle condizioni morfologiche locali.
La categoria più rappresentata nella provincia è quella degli Inceptisuoli, presenti in svariate situazioni morfologiche. Molti di essi hanno un profilo differenziato in orizzonti per effetto dei processi di alterazione dei materiali parentali, compresi diversi gradi di decarbonatazione del profilo nel caso di materiali calcarei. Molti di essi quindi hanno subito processi di rimozione dei carbonati e brunificazione, in seguito all'ossidazione dei minerali del ferro in condizioni di drenaggio libero.
In altri casi la decarbonatazione è avvenuta a carico degli orizzonti superficiali, mentre gli orizzonti profondi hanno subito una rideposizione secondaria di carbonati (orizzonti calcici). In questi casi quindi si è verificata una ridistribuzione dei carbonati all'interno del profilo.
Una certa diffusione hanno anche i suoli nei quali l'arricchimento in sostanza organica degli orizzonti superficiali è consistente, e ha conferito loro una colorazione scura, per processi di melanizzazione.
In questi casi è presente un epipedon mollico, così classificato in relazione alle sue caratteristiche fisiche e chimiche (elevata saturazione in basi del complesso di scambio). E' probabile che la diffusione di questo epipedon sia legato in primo luogo all'intensità dei processi erosivi attualmente in corso o verificatisi nel recente passato.
Gli Entisuoli, vale a dire i suoli poco evoluti, a scarsa differenziazione del profilo, sono relativamente poco diffusi, presenti soltanto in corrispondenza dei più recenti fenomeni franosi o in aree dove l'erosione attuale è particolarmente severa.
Questo fatto è probabilmente legato alla relativa facilità di alterazione dei substrati.
In molte aree, anche se in genere di estensione areale limitata, si è verificata una stabilità geomorfologica che ha consentito la formazione di
suoli evoluti, a profilo fortemente differenziato per lisciviazione dell'argilla (Alfisuoli o Mollisuoli “argici”). Gli orizzonti argillici, nei quali è avvenuta la rideposizione secondaria delle particelle minerali a tessitura più fine, sono talora molto sviluppati e potenti. Questi suoli si sono formati in prevalenza a partire da materiali parentali arenacei, più permeabili. In alcuni casi la lisciviazione è stata intensa, e ha condotto anche all'acidificazione del suolo e a un complesso di scambio, fortemente desaturato.
I suoli di questa provincia pedologica hanno in genere un buon drenaggio, facilitato dalle condizioni morfologiche. Gli eventuali colori grigi e grigio- azzurri che talvolta vengono rilevati nei profili in ambiente collinare, sono quasi sempre di natura litocromica, e non sono collegati alla presenza di falde all'interno del suolo.

Aree collinari e montuose dell’Appennino centrale presso Pietrapertosa
   
 
Geologia e geomorfologia
La parte esterna della dorsale appenninica è caratterizzata da terreni flyscioidi, tardo miocenici, messi in posto in fasi successive alla formazione dei massicci calcarei centro-occidentali.
Presenta una morfologia montuosa e collinare dal profilo piuttosto aspro, influenzata dalle caratteristiche del substrato e dall'attività erosiva delle acque superficiali.
La litologia di questa provincia pedologica è costituita principalmente da rocce poco permeabili. Per questo motivo, in concomitanza di eventi
piovosi di una certa entità, le acque hanno un tempo di infiltrazione nel suolo molto elevato, e i fenomeni erosivi sono intensi, incidendo profondamente i versanti. Si formano così valloni grandi e profondi, che conferiscono al paesaggio un aspetto aspro ed accidentato.
Quando l'alternanza di strati di rocce plastiche e rigide si presenta lungo la stessa superficie, si viene a creare una soluzione di continuità all'interno del versante. Il diverso comportamento meccanico ed idrologico degli strati è una condizione che predispone l'innesco di movimenti franosi.
Frane di scivolamento sono molto diffuse sulla maggior parte dei versanti di questo territorio.
La catena appenninica subisce un'interruzione all'altezza di Guardia Perticara e del Torrente Sauro, dove lascia il posto a depositi plio-pleistocenici e al fondovalle dei fiumi ad andamento da ovest a est. A Sud del fiume Agri i rilievi montuosi ritornano ad assumere un andamento NO-SE lungo una dorsale continua, fino alla costa ionica in Calabria, ma più ristretta come estensione (da S. Giorgio Lucano a Rotondella) rispetto a quella più settentrionale. Il substrato continua a presentare formazioni geologiche con prevalenza di argilliti e flysch e i fenomeni franosi sono diffusi.
L'andamento delle altimetrie si dispone secondo una curva a campana che ha il suo massimo in corrispondenza dell'intervallo 600-800 m, nel quale ricade un terzo del territorio di questa provincia pedologica. L'83 % dell'area si trova tra i 400 e i 1.000 m di altitudine.
Per quanto riguarda le pendenze, la classe di gran lunga più rappresentata è la moderatamente acclive, che riguarda il 42% del territorio. Le classi di pendenza superiore interessano complessivamente oltre il 40% del totale.

   
 

Distribuzione delle altimetrie
 

Distribuzione delle pendenze
   
Clima
Considerata l'estensione areale di questa provincia, per il suo inquadramento climatico sono stati considerati i dati provenienti da tre stazioni meteorologiche: Tricarico (698 m s.l.m.) e Stigliano (909 m s.l.m.) localizzate nella parte centrale, e Latronico (833 m s.l.m.), posta nella sua porzione sud-orientale, caratterizzata da precipitazioni più elevate.
Le precipitazioni medie annue crescono salendo di quota e spostandosi verso sud-ovest: a Tricarico sono di 687 mm, a Stigliano 789 e a Latronico 901. La loro distribuzione è tipicamente concentrata nel periodo autunnale e invernale. Il mese più piovoso è dicembre: in questo mese la media mensile è 87 mm a Tricarico, 111 a Stigliano e 135 mm a Latronico. Il numero di giorni di pioggia varia da un minimo di 83 a Tricarico fino ad un massimo di 101 per Latronico.
Le temperature diminuiscono salendo di quota, ma anche procedendo verso sud-ovest. La temperatura media annua è di 13,5 °C a Tricarico, 12,4 °C a Stigliano, 11,4 °C a Latronico. Il mese più freddo è gennaio, con medie mensili rispettivamente di 4,5, 3,5 e 3,7 °C. I mesi più caldi sono luglio e agosto: le temperature medie mensili vanno dai 23,6 °C di agosto a Tricarico, ai 20,1°C dello stesso mese a Latronico.
I dati termo-pluviometrici, interpretati secondo il diagramma di Bagnouls e Gaussen, hanno evidenziato che il deficit idrico estivo a Tricarico e
Stigliano si verifica per una parte del mese di giugno e per i mesi di luglio e agosto. A Latronico risulta attenuato e comprende il mese di luglio e parte dei mesi di giugno e agosto.
La stima del regime di umidità dei suoli con il metodo Billaux ha condotto a un netto regime xerico per le stazioni di Stigliano e Tricarico per tutte le AWC considerate (100, 150 e 200 mm).
Per Latronico il regime è risultato xerico per AWC di 100 e 150 mm, udico nel caso di 200 mm. In questa stazione quindi il regime xerico è attenuato, ed è prossimo all'udico. Il regime di umidità delle aree poste alle quote inferiori rispetto alle tre stazioni considerate è certamente xerico, con un deficit idrico estivo che aumenta col diminuire della quota.
Il regime di temperatura dei suoli è mesico in tutte le stazioni considerate.
Per la stazione di Tricarico la formula climatica secondo Thornthwaite è risultata C1B'2w2b'3. Questa identifica un clima subarido (C1) con indice di umidità globale pari a 8, secondo mesotermico (B'2) con evapotraspirazione potenziale (ETP) annua pari a 746 mm, e con forte eccedenza idrica in inverno (w2, con indice di umidità pari a 21,8). La concentrazione estiva dell'efficienza termica, intesa come rapporto tra ETP del trimestre estivo ed ETP annua è pari al 53 % (b'3).
L'aridità del clima non può che aumentare con il diminuire dell'altitudine, al di sotto dei 600 m di quota, per il conseguente aumento delle temperature e diminuzione delle precipitazioni.
Al di sopra degli 800 m di quota, e anche più in basso nella zona centro-meridionale della provincia, l'aridità si attenua. A Stigliano la formula climatica è C2B'1sb'3, che identifica un clima subumido con indice di umidità globale di 11, secondo mesotermico (B'2) con ETP annua di 711 mm, con forte eccedenza idrica in inverno (w2 con indice di umidità pari a 40), e con una concentrazione estiva dell'efficienza termica, del 53 % (b'3). A Latronico la formula climatica è B1B'1sb'4.
Il clima è umido (B1) con indice di umidità globale pari a 34,9, primo mesotermico (B'2) con ETP annua di 668 mm. Il deficit idrico in estate è
moderato (s, con indice di umidità di 55) e la concentrazione estiva dell'efficienza termica, è pari al 49 % (b'4).
Per quanto riguarda la classificazione fitoclimatica, le stazioni di Stigliano e Tricarico confluiscono nel Lauretum, sottozona fredda, II tipo, mentre Latronico è parte del Castanetum, sottozona calda, II tipo, con siccità estiva.
   

Elaborazioni climatiche per la stazione meteorologica di Tricarico

Elaborazioni climatiche per la stazione meteorologica di Stigliano
 

Elaborazioni climatiche per la stazione meteorologica di Latronico
 
Uso del suolo e vegetazione
Nel complesso il territorio di questa provincia pedologica presenta caratteri che ne limitano fortemente l'uso agricolo, quali le pendenze elevate e spesso fattori climatici legati all'altitudine. Nelle fasce altimetriche più alte e sui versanti più ripidi l'uso del suolo è essenzialmente silvo-pastorale.
Gli allevamenti presenti sono sia di bovini che, in misura maggiore, di ovini e caprini. Alle quote più basse e sulle superfici con pendenze non troppo elevate, si è insediata un'agricoltura di tipo tradizionale, che associa le tipiche colture arboree della vite e dell'olivo ai seminativi. In questa provincia si è verificato, forse più che in altre, quel progressivo abbandono dell'attività agricola che è un fenomeno generalizzato nelle aree collinari e montane italiane. Attualmente, le colture praticate sono costituite da cereali (grano duro, orzo, avena), foraggere annuali e poliennali, in minor misura legumi, oltre alle già menzionate colture della vite e dell'olivo.
In tali aree andrebbe evitata la messa a coltura dei versanti a maggior pendenza e l'eccessivo carico di bestiame sui pascoli, attuando tecniche di gestione dei suoli di tipo conservativo.
L'abbandono dell'agricoltura rende ancora più importante la conservazione e la manutenzione delle reti di regimazione del deflusso delle acque meteoriche, al fine di conservare il suolo dall'erosione e dal dissesto idrogeologico, fenomeni diffusi in questo territorio.
Le aree coperte da vegetazione naturale sono ampie, e i boschi sono talora consistenti, soprattutto nei settori settentrionale e occidentale della provincia. L'assetto floristico è quello tipico del Quercecion pubescentis-petraeae e Orno- Ostryion. I boschi sono a prevalenza di latifoglie, decidue e sempreverdi (Quercus cerris, Quercus frainetto, Quercus ilex, Quercus pubescens, Ilex aquifolium e Fraxinus angustifolia, talora Fagus sylvatica,). Molto diffuse sono le formazioni arbustive a prevalenza di ginestre e cespugli spinosi (Spartium junceum, Rosa spp., Rubus spp., Prunus spp., ecc.). Sono presenti, inoltre, rimboschimenti a prevalenza di conifere (Pinus spp., Cupressus
spp.).
Residui delle estese formazioni boschive di querce caducifoglie, che un tempo probabilmente caratterizzavano questo territorio, si sono talora conservati, come ad esempio nel Parco di Gallipoli- Cognato. Le tipologie più rappresentative del territorio sono state inquadrate nell'associazione Physosperma verticillati-Quercetum cerris, ben caratterizzata da un gruppo di specie endemiche quali Lathyrus jordani e Heptaptera angustifolia (Fascetti, 1996) e da complessi forestali con specie di provenienza forestale come Quercus frainetto e Carpinus orientalis. Le formazioni erbose e cespugliose sono rappresentate da consociazioni substeppiche di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea nonché consociazioni erbose secche seminaturali con facies coperte da cespugli (Festuco-Brometalia).
                   
Le unità cartografiche della provincia pedologica 6      

Nell'immagine tridimensionale è riportata una porzione della carta pedologica tra Accettura e il Monte dell'Impiso.
Sono evidenti le differenze morfologiche tra alcune unità cartografiche della provincia 6 (6.2, 6.3, 6.4), e altre della provincia 7 (unità 7.2). L'unità 5.4, che include il monte dell'Impiso, appartiene alla provincia 5, caratterizzata da quote più elevate rispetto alle unità circostanti.
                                       

UNITÀ 6.1
I suoli di questa unità si sono sviluppati su rocce metamorfiche acide (serpentiniti e gneiss), in rilievi a morfologia ondulata, che alternano versanti acclivi o molto acclivi a versanti moderatamente acclivi, talora debolmente acclivi. Questa morfologia è a volte interrotta dall'emergenza di estrusioni di basalti, che formano rilievi dal profilo frastagliato e irregolare, con versanti spesso scoscesi.
Le quote sono comprese tra i 400 e i 1.100 m s.l.m., con prevalenza della fascia intorno agli
800-900 m s.l.m.
L'unità è costituita da 4 delineazioni, per una superficie complessiva di 6.550 ha. I boschi sono molto diffusi, come anche i pascoli. Questi ultimi sono particolarmente presenti presso S. Severino Lucano. Le aree agricole, prevalentemente seminativi, sono poco estese, e si rinvengono soprattutto al di sotto dei 700 m di quota.
I suoli prevalenti hanno profilo moderatamente differenziato per brunificazione e melanizzazione (suoli Della Guardia). Frequentemente questi suoli hanno il contatto con la roccia poco profonda, entro 50 cm dalla superficie. In altri casi, e in particolare in posizione di basso versante, i suoli sono più profondi, e talora sono coltivati.


Nella fotografia, scattata a nord di Viggianello, sono visibili in secondo piano rilievi appartenenti all'unità cartografica 6.1.
In primo piano, colline a morfologia più dolce (unità 3.4).

                                       
Suoli prevalenti
Suoli Della Guardia (DGU1)

Suoli da sottili a moderatamente profondi, limitati dal substrato roccioso. Hanno in genere un epipedon mollico, anche se talora è assente a causa dell'erosione. Hanno tessitura variabile, franca, franco argillosa o franco sabbioso argillosa, e scheletro da assente a scarso. Non calcarei, presentano reazione neutra, alto tasso di saturazione in basi, e un contenuto in sostanza organica moderato nell'orizzonte superficiale. Sono suoli ben drenati e a permeabilità moderatamente alta.
Classificazione Soil Taxonomy: Lithic/Typic Haploxerolls loamy, mixed, superactive, mesic.
Classificazione WRB: Leptic Phaeozems.

                                       
UNITÀ 6.2
Suoli sui rilievi montuosi accidentati delle alternanze di arenarie e argille marnose (in prevalenza, appartenenti alla formazione di Gorgoglione).
La morfologia è caratterizzata da versanti da moderatamente acclivi a molto acclivi, spesso interrotti da scarpate scoscese di natura tettonica, alla cui base risiedono aree ribassate a pendenza minore. Le quote sono comprese tra i 100 e i 1.100 m s.l.m.; la fascia altimetrica più rappresentataè quella dai 700 ai 900 m.
L'unità è costituita da 9 delineazioni, che hanno una superficie complessiva di 37.300 ha. L'uso del suolo è in prevalenza a pascoli e boschi, con aree agricole subordinate, presenti nelle superfici a minore pendenza e alle quote più basse.
 

I ripidi rilievi boscati in secondo piano nella fotografia sono un esempio del paesaggio tipico dell'unità 6.2, nelle aree in cui prevale la componente arenacea nella litologia. In primo piano, aree appartenenti all'unità 7.2 (presso Castelmezzano).
 
I suoli più diffusi hanno profilo moderatamente differenziato per brunificazione e parziale rimozione dei carbonati, e hanno una notevole variabilità in relazione al prevalere delle diverse componenti litologiche. Nelle aree a prevalente componente argillosa sono presenti suoli a tessitura fine (suoli Le Serre), mentre nei versanti a prevalenza di componente arenacea ci sono suoli a tessitura franca (suoli Montepiano).
Nelle aree sommitali, sulle superfici sub-pianeggianti e meglio conservate, di limitata estensione, sono presenti suoli più evoluti. Dove prevale la componente arenacea si sono sviluppati suoli a profilo fortemente differenziato per rimozione dei carbonati e lisciviazione (suoli Fontana del Ceraso), dove prevale la componente marnosa la decarbonatazione in genere ha condotto a una ridistribuzione dei carbonati, con formazione di un orizzonte calcico (suoli Valloni). In queste aree spesso si assiste alla melanizzazione degli orizzonti superficiali, e talora si rinvengono suoli con caratteri vertici più marcati, appartenenti all'ordine dei Vertisols.
 

Suoli prevalenti
Suoli Le Serre (LES1)

Dove prevale la componente argillosa della formazione di Gorgoglione sono diffusi suoli a tessitura argillosa in superficie, argilloso sabbiosa in profondità, che talora sviluppano moderati caratteri vertici. Sono suoli profondi, con scheletro assente o scarso, molto calcarei, talora moderatamente calcarei in superficie. Hanno reazione alcalina in superficie, molto alcalina in profondità, permeabilità moderatamente bassa e drenaggio buono, talora mediocre.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerepts fine, mixed, semiactive, mesic.
Classificazione WRB: Calcaric Cambisols.

Suoli Montepiano (MTP1)
Questi suoli si sono sviluppati nelle aree in cui prevale la componente arenacea della formazione di Gorgoglione. Sono suoli moderatamente profondi o profondi, limitati dalla roccia poco alterata.
Hanno tessitura franca o franco argillosa, e scheletro scarso o comune. Sono in genere privi di carbonati, talora scarsamente calcarei. Neutri in superficie, sono subalcalini in profondità, e hanno elevata saturazione in basi. Il loro drenaggio è buono, la permeabilità moderatamente alta.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerepts fine loamy, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Eutric Cambisols.

 

Paesaggio delle aree a prevalente componente marnosa,
dove sono diffusi i suoli Le Serre. Nella fotografia, la località
che ha dato il nome a questi suoli, presso Tursi.
 
                           
           
                         
Suoli subordinati
Suoli Fontana Del Ceraso (FCE1)

Si tratta di suoli evoluti e molto profondi, con un evidente orizzonte argillico. Hanno tessitura franco sabbiosa in superficie, franco sabbioso argillosa in profondità, e sono privi di scheletro. Non calcarei, presentano reazione neutra o subacida e saturazione in basi media o bassa. Hanno drenaggio mediocre e permeabilità moderatamente bassa.
Classificazione Soil Taxonomy: Ultic Haploxeralfs fine loamy, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Dystric Luvisols.

Suoli Valloni
(VAL1)
Suoli con orizzonte calcico ben sviluppato, hanno tessitura franco argillosa in superficie, franco limoso argillosa in profondità, scheletro scarso, talora comune. Hanno un epipedon mollico con un buon contenuto in sostanza organica, e sono scarsamente calcarei in superficie, molto calcarei in profondità. La loro reazione è subalcalina nell'epipedon, alcalina in profondità, la permeabilità bassa e il drenaggio buono.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Calcixerolls fine, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Calcic Kastanozems.
Nelle aree a prevalente componente marnosa sono talora presenti suoli con marcati caratteri vertici, e a drenaggio mediocre (Vertisols).
     
 
Profilo rappresentativo dei suoli Le Serre.
 
UNITÀ 6.3
Suoli degli alti versanti a prevalenza di quarzareniti con sottili intercalazioni di rocce argillose (Arenarie di Stigliano). Sono localizzati in corrispondenza del margine appenninico orientale, e hanno morfologia complessa, che alterna versanti acclivi o fortemente acclivi con aree debolmente acclivi, a volte sub-pianeggianti, poste talora in posizione sommitale e talora alla base dei versanti.
Le quote sono comprese tra i 300 e i 1.100 m s.l.m., più frequentemente tra i 600 e i 900 m.
L'unità, costituita da 3 delineazioni, ha una superficie totale di 19.745 ha. L'uso del suolo è costituito da boschi, pascoli e subordinatamente aree agricole.
I suoli più diffusi hanno profilo moderatamente differenziato per brunificazione, talora melanizzazione (suoli Macchia Fornella). Nelle superfici a minore pendenza o che hanno subito scarsi fenomeni erosivi si sono evoluti suoli a profilo differenziato per lisciviazione e melanizzazione (suoli La Giovia).
 

I rilievi montuosi nei dintorni di Accettura sono un esempio dei versanti più acclivi dell'unità cartografica 6.3.
 
Suoli prevalenti
Suoli Macchia Fornella (MFO1)

Suoli moderatamente profondi o profondi, limitati dalla roccia poco alterata, hanno tessitura franco sabbiosa, franca o franco argillosa, e scheletro da scarso a frequente. Privi di carbonati, hanno reazione neutra, talora subalcalina in profondità, e hanno saturazione in basi elevata, a volte media in superficie. Il loro drenaggio è buono, la permeabilità da alta a moderatamente alta.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerepts loamy, mixed, superactive, mesic.
Classificazione WRB: Eutric Cambisols.

Suoli La Giovia (LGV1)
Suoli evoluti e molto profondi con evidente differenziazione del profilo, sono caratterizzati da un potente epipedon mollico, con un moderato contenuto in sostanza organica, che sovrasta un orizzonte argillico dai colori grigiastri. Hanno tessitura sabbioso franca o franco sabbiosa in superficie, franco sabbioso argillosa in profondità, scheletro assente o scarso. Non calcarei, presentano reazione da neutra a subacida, con un tasso di saturazione in basi alto, spesso medio negli orizzonti superficiali. La loro permeabilità è moderatamente bassa e, soprattutto nelle aree a minore pendenza, hanno drenaggio mediocre.
Classificazione Soil Taxonomy: Oxyaquic Argixerolls fine loamy, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Endogleyi-Luvic Phaeozems.


Suoli subordinati

Sono presenti suoli simili ai Macchia Fornella, ma con epipedon mollico, classificabili come Typic Haploxerolls per la Soil Taxonomy, Haplic Phaeozems per il WRB.
 
UNITÀ 6.4
Suoli delle superfici ondulate di basso e medio versante su alternanze di marne e arenarie (Formazione di Serra Palazzo). Si trovano sulle aree montuose localizzate in gran parte presso il margine appenninico orientale. I corsi d'acqua sono poco incisi, e i versanti sono in genere lunghi e con un marcato gradiente altimetrico. Le pendenze sono molto variabili: in genere gli alti versanti hanno pendenze elevate, da acclivi a fortemente acclivi, mentre i medi e bassi versanti sono debolmente o moderatamente acclivi.
Le quote sono comprese tra i 200 e i 1.000 m s.l.m., e le fasce altimetriche più diffuse sono tra 400 e 700 m.
L'unità è formata da 11 delineazioni, per una superficie complessiva di 46.445 ha. L'uso del suolo è costituito da un'alternanza di boschi e pascoli. Le aree agricole, presenti nelle fasce altimetriche più basse e nelle aree a minore pendenza, sono subordinate, anche se localmente possono interessare superfici non trascurabili, come, ad esempio, presso Ginestra, Ripacandida o Garaguso. I suoli hanno profilo moderatamente differenziato per rimozione dei carbonati e brunificazione.
Nelle aree in cui prevale la componente marnosa sono diffusi i suoli San Pietro, sulle superfici caratterizzate da una forte componente arenacea i suoli Biscione.



Suoli prevalenti
Suoli San Pietro (SPT1)

Suoli molto profondi, a tessitura da franco sabbiosa a franco sabbioso argillosa, con scheletro assente o scarso. Non calcarei, hanno reazione neutra o subalcalina, e un alto tasso di saturazione in basi. Il loro drenaggio è buono, la permeabilità moderatamente bassa.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerepts fine loamy, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Eutric Cambisols.



Suoli Biscione (BIS1)
Suoli simili ai precedenti, ma con un contenuto più elevato di sabbia. Hanno infatti tessitura franco sabbiosa in superficie, sabbioso franca in profondità. Sono molto profondi, non calcarei, e presentano reazione subalcalina, talora alcalina in profondità, e un alto tasso di saturazione in basi.
Hanno una capacità di scambio cationica bassa in tutto il profilo. Il loro drenaggio è moderatamente rapido, la permeabilità moderatamente alta.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerepts coarse loamy over sandy, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Eutric Cambisols.
 
Paesaggio dell'unita 6.4 presso S. Mauro Forte.
 
                         
   
Profilo rappresentativo dei suoli San Pietro, rilevato presso
Oppido Lucano.
       
 

Paesaggio dell'unità 6.4 nei dintorni di Oppido Lucano.
 
UNITÀ 6.5
Suoli dei rilievi montuosi a profilo tendenzialmente concavo, con substrato costituito in prevalenza da alternanza di arenarie, marne argillose e argille con abbondante contenuto in limo (flysch di Albidona). Le aree sommitali sono fortemente acclivi, mentre lungo i versanti l'inclinazione diminuisce progressivamente, passando da acclive negli alti e medi versanti a moderatamente acclive nei bassi versanti, fino a debolmente acclive o sub-pianeggiante in prossimità dei fondivalli. Le quote variano da 450 e 1.100 m, con prevalenza della fascia tra 700 e 1.000 m.
L'unità è costituita da 4 delineazioni, per una superficie complessiva di 15.798 ha. L'uso del suolo è caratterizzato da alternanza di boschi e pascoli, con presenza di aree agricole prevalentemente nei medi e bassi versanti.
I suoli hanno in genere profilo moderatamente differenziato per brunificazione. I suoli originati dalla componente litologica a tessitura più fine
(suoli Cotura) prevalgono rispetto a quelli formatisi a spese della componente arenacea (suoli Cupone). Sui versanti più ripidi ed erosi sono presenti suoli a profilo scarsamente differenziato (suoli Cucciolone).
Suoli prevalenti
Suoli Cotura (COT1)

Suoli molto profondi e molto calcarei, sono caratterizzati dalla tessitura franco limoso argillosa e da un contenuto in scheletro generalmente comune.
Ben drenati, presentano permeabilità moderatamente alta e reazione alcalina.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerepts fine silty, mixed, semiactive, mesic.
Classificazione WRB: Calcaric Cambisols.

Suoli Cupone (CUP1)
Sono suoli molto profondi, non calcarei. Hanno tessitura franco argillosa, talora franca, con scheletro da assente a comune. Presentano reazione subacida in superficie, acida in profondità, con un tasso di saturazione in basi che è generalmente alto. Hanno permeabilità moderatamente bassa e drenaggio mediocre.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerepts fine loamy, mixed, superactive, mesic.
Classificazione WRB: Eutric Cambisols.


Suoli subordinati

Suoli Cucciolone (CUC1)
Suoli profondi, a profilo scarsamente differenziato.
La tessitura è franco argillosa o franco limoso argillosa, lo scheletro comune. Sono molto calcarei, alcalini, ben drenati e a permeabilità moderatamente bassa.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Xerorthents fine, mixed, calcareous, mesic.
Classificazione WRB: Calcaric Regosols.
 
Profilo rappresentativo dei suoli Cucciolone, rilevato presso Sarconi.
   
 
UNITÀ 6.6
Suoli degli alti e medi versanti della porzione sudorientale della dorsale appenninica lucana (dorsale di Montegiordano-Colobraro), con substrato costituito da quarzareniti con intercalazioni di argille marnose (flysch Numidico). Hanno morfologia complessa, con pendenze generalmente elevate.
I versanti, spesso interessati da frane rototraslazionali che in passato hanno raggiunto dimensioni anche considerevoli, sono in prevalenza acclivi o fortemente acclivi, a tratti scoscesi. Al loro piede sono presenti aree moderatamente acclivi. Le quote sono comprese tra i 100 e i 850 m s.l.m.
L'unità, costituita da 3 delineazioni, ha superficie totale di 2.544 ha. L'utilizzazione prevalente è a boschi e pascoli, con aree agricole subordinate.
I suoli hanno profilo moderatamente differenziato per brunificazione e parziale rimozione dei carbonati.
Sui medi versanti sono presenti in prevalenza i suoli Coppolo, mentre negli alti versanti, e in quelli più erosi, sono diffusi i suoli appartenenti alla loro variante scheletrica.


Suoli prevalenti
Suoli Coppolo (CPP1)

Suoli molto profondi, a tessitura franca in superficie e franco sabbiosa in profondità, con scheletro da scarso a comune. Sono non calcarei in superficie e calcarei in profondità. Il loro drenaggio è buono, la permeabilità moderatamente alta.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerepts coarse loamy, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Eutric Cambisols.


Suoli Coppolo Scheletrici (CPP2)
Simili ai precedenti, si differenziano per un maggior contenuto in scheletro, che è abbondante in tutti gli orizzonti, e per avere un epipedon ricco in sostanza organica di colore scuro, con i requisiti di un epipedon mollico eccetto lo spessore.
Classificazione Soil Taxonomy: Humic Haploxerepts loamy skeletal, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Eutri-Endoskeletic Cambisols.

Il versante orientale del monte Coppolo (Valsinni), con i
segni di un incendio recente.
 
                         
 
Profilo rappresentativo dei suoli Coppolo.
       
 
UNITÀ 6.7
Suoli delle aree montuose dell'Appennino sudorientale lucano (dorsale di Montegiordano- Colobraro) con substrato costituito da calcari e calcari marnosi, alternati ad argille grigio-verdastre (membro di S. Arcangelo). Si sono sviluppati su versanti in genere moderatamente acclivi, talora acclivi o molto acclivi. Le quote sono comprese tra i 100 e gli 850 m s.l.m.
L'unità è costituita da 3 delineazioni, per una superficie complessiva di 6.490 ha. L'uso del suolo è caratterizzato dall'alternanza di boschi, pascoli e coltivi (in prevalenza seminativi).
I suoli Monte Sant'Arcangelo hanno profilo moderatamente differenziato per ridistribuzione dei carbonati, brunificazione e melanizzazione, e caratterizzano la maggior parte dell'unità. Nelle aree più acclivi ed erose sono presenti suoli poco evoluti.

Suoli prevalenti
Suoli Monte Sant'Arcangelo (SAR1)

Suoli molto profondi, hanno orizzonti di accumulo di carbonato di calcio in genere entro un metro di profondità. Hanno un epipedon mollico a tessitura argillosa con un contenuto in sostanza organica da moderato a buono. In profondità la tessitura è da franco limoso argillosa ad argilloso limosa. Lo scheletro varia da scarso a comune.

Paesaggio dell'unità 6.7 presso Castagna (Valsinni).
Moderatamente o molto calcarei in superficie, sono fortemente calcarei, talora estremamente calcarei, nell'orizzonte calcico. Hanno reazione subalcalina, sono ben drenati e a permeabilità generalmente bassa.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Calcixerolls fine silty, mixed, superactive, mesic.
Classificazione WRB: Silti-Calcic Kastanozems.


Suoli subordinati
Suoli a profilo poco differenziato, a causa dell'attività di processi erosivi, sono presenti in particolare nei versanti più ripidi.
 
UNITÀ 6.8
Suoli dei medi e bassi versanti dell'Appennino lucano sud-orientale (dorsale di Montegiordano- Colobraro), con substrato a prevalenza di argilliti scagliettate (Argille variegate). Le pendenze sono variabili, da moderatamente acclivi a molto acclivi.
Le quote variano tra i 100 e gli 800 m s.l.m., con prevalenza della fascia altimetrica tra 200 e 600 m.
L'unità, formata da 3 delineazioni, ha una superficie complessiva di 8.910 ha. L'uso del suolo è caratterizzato dall'alternanza di boschi e pascoli, con aree agricole nettamente subordinate.
I suoli Croccia, che caratterizzano gran parte delle superfici dell'unità, hanno profilo moderatamente differenziato per parziale rimozione dei carbonati, brunificazione e melanizzazione.


Suoli prevalenti
Suoli Croccia (CRO1)

Suoli molto profondi, sono caratterizzati da un potente epipedon mollico, che spesso supera i 50 cm di spessore, e che ha un contenuto in sostanza organica da buono a moderato. Hanno tessitura franco limoso argillosa in superficie, argilloso limosa in profondità, e scheletro da comune a frequente.
Sono suoli non calcarei in superficie, moderatamente calcarei in profondità, con reazione alcalina. Negli orizzonti profondi possono presentare una moderata sodicità. Hanno permeabilità bassa e drenaggio buono.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic/Pachic Haploxerolls fine, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Pachi-Hyposodic Phaeozems.
 
UNITÀ 6.9
Suoli dei bassi e medi versanti con substrato a sabbie argillose plioceniche, con presenza subordinata di conglomerati in genere cementati.
Hanno morfologia complessa, con pendenze molto variabili, in prevalenza da moderatamente a fortemente acclivi. Talora sono presenti paleosuperfici sub-pianeggianti. Le quote sono comprese tra i 300 e i 1.000 m s.l.m., con prevalenza della fascia altimetrica tra i 500 e gli 800 m s.l.m.
L'unità è costituita da 14 delineazioni, per una superficie complessiva di 19.880 ha. L'uso del suolo è caratterizzato dall'alternanza di pascoli e coltivi, con boschi subordinati.
La tipologia più rappresentativa dell'unità è quella dei suoli Sant'Elia. Sulle paleo-superfici più conservate, in genere costituite da conglomerati, come ad esempio in località Verro Croce, a nord di Castelsaraceno, si sono formati suoli a profilo fortemente differenziato per lisciviazione e rubefazione (suoli Piano dei Campi).
 
Suoli prevalenti
Suoli Sant'elia (SEL1)

Sono suoli con orizzonte di accumulo secondario dei carbonati ben espresso, presente solitamente entro il metro di profondità; molto profondi, hanno tessitura da franco argillosa a franco sabbioso argillosa in superficie, franco sabbiosa o sabbioso franca nel substrato. Sono suoli con scheletro scarso o comune, a reazione alcalina, molto alcalina nel substrato, e caratterizzati da una parziale decarbonatazione superficiale: scarsamente calcarei in superficie, molto o fortemente calcarei in profondità. Hanno permeabilità moderatamente bassa e drenaggio buono.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Calcixerepts fine loamy, mixed, superactive, mesic.
Classificazione WRB: Haplic Calcisols.


Suoli subordinati
Suoli Piano Dei Campi (PCM1)

Suoli evoluti e molto profondi, caratterizzati da un potente e rubefatto orizzonte argillico. Hanno tessitura franca in superficie, franco argillosa in profondità, scheletro da frequente ad abbondante.
Hanno permeabilità moderatamente alta e drenaggio buono.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxeralfs loamy skeletal, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Cutani-Chromic Luvisols.

Sulle scarpate più ripide sono presenti suoli poco evoluti a tessitura grossolana, da sabbiosa a franco sabbiosa.

Profilo rappresentativo dei suoli Sant'Elia.
 
               
 
Profilo rappresentativo dei suoli Piano dei Campi.
 
                                     
UNITÀ 6.10
Suoli dei versanti ondulati e incisi a litologia prevalentemente costituita da argille siltose e marnose plioceniche. Il reticolo di drenaggio è generalmente sub-parallelo, e le pendenze sono molto variabili, in prevalenza da acclivi a molto acclivi.
Sono presenti, talora, superfici sommitali e versanti a pendenza debole o moderata. Le quote variano da 350 a 900 m s.l.m.
L'unità, costituita da 4 delineazioni, ha una superficie totale di 3.140 ha. L'uso del suolo è a boschi e pascoli, con rare aree agricole.
I suoli maggiormente diffusi appartengono alla tipologia Arca dei Monaci, e hanno profilo differenziato per ridistribuzione dei carbonati, brunificazione e melanizzazione.


Suoli prevalenti
Suoli Arca Dei Monaci (AMO1)

Suoli molto profondi, con orizzonte calcico di limitato spessore (15-20 cm) e epipedon mollico con un moderato contenuto in sostanza organica.
Sono franco limoso argillosi in superficie, franchi in profondità, con scheletro scarso o assente. Gli orizzonti superficiali sono moderatamente calcarei, mentre gli orizzonti profondi sono molto o fortemente calcarei. Hanno reazione alcalina. Sono suoli ben drenati, con permeabilità moderatamente bassa.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Calcixerolls fine loamy, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Calcic Kastanozems.