Home Carta pedologica Carta della vulnerabilità da nitrati Credits
  Introduzione alla carta pedologica   Descrizione geografica Carta pedologica   Le Carte derivate   I suoli della Basilicata
 
                                     
Le province pedologiche: Provincia pedologica 2 - Suoli dei rilievi interni occidentali        
Suoli dei rilievi collinari e montuosi delle zone interne, nella porzione occidentale dell'Appennino lucano, posti a quote comprese in prevalenza tra 300 e 1.000 m, con morfologia estremamente variabile (le pendenze sono in genere moderate, secondariamente elevate, talora basse). Il substrato è costituito da rocce carbonatiche (calcari, calcareniti) e soprattutto da altre rocce sedimentarie (argilloscisti, marne e arenarie).

Hanno in genere profilo moderatamente differenziato per brunificazione e, sui substrati calcarei, parziale rimozione dei carbonati. In alcuni casi la decarbonatazione ha portato a una ridistribuzione dei carbonati all'interno del profilo con formazione di orizzonti calcici profondi. Sulle superfici più stabili, poco diffuse, hanno profilo fortemente differenziato per lisciviazione dell'argilla. E’ frequente la melanizzazione degli orizzonti superficiali.
In prevalenza sono coperti da boschi di latifoglie, subordinatamente sono presenti aree agricole, per lo più seminativi (foraggere e cereali) e oliveti. La zootecnia è diffusa.
La superficie coperta è di 63.037 ha, il 6,3% del territorio regionale.
I suoli di questa provincia pedologica presentano una elevata variabilità e rispecchiano la variabilità litologica che caratterizza i diversi substrati.
Su rocce carbonatiche i suoli presentano in genere un evidente arricchimento in materia organica dell'orizzonte superficiale (melanizzazione), il quale in genere raggiunge i requisiti per l'epipedon mollico. Sono presenti suoli di diverso grado evolutivo. Sui versanti più ripidi e sulle superfici più erose sono presenti suoli poco evoluti, in genere con un contatto litico superficiale, la pedogenesi, iniziale, ha condotto alla differenziazione soltanto di un epipedon mollico.
Sui versanti meno erosi si sono sviluppati suoli a profilo moderatamente differenziato. La decarbonatazione dei materiali di partenza, in genere parziale, e l'ossidazione dei minerali di ferro, hanno condotto alla formazione di orizzonti cambici di potenza variabile. In alcuni casi, nel complesso poco diffusi, la ridistribuzione dei carbonati all'interno del profilo ha portato alla formazione di orizzonti di accumulo secondario (orizzonti calcici).
Su rocce della serie calcareo-silico-marnosa (scisti silicei, marne, argilloscisti) prevalgono le tessiture fini. I suoli sono in gran maggioranza a profilo moderatamente differenziato per alterazione dei materiali e ossidazione dei minerali del ferro (brunificazione). Nel caso dei materiali calcarei, la decarbonatazione è parziale.
L'epipedon mollico è molto meno diffuso. Su tutti i substrati sono presenti superfici più stabili, in genere di limitata estensione, nelle quali si sono formati suoli a profilo fortemente differenziato per lisciviazione delle argille, con sviluppo di orizzonti profondi di accumulo illuviale (orizzonti argillici).

Paesaggio della provincia pedologica 2 presso Brienza.
   
Geologia e geomorfologia
Rientrano in quest'area i rilievi montuosi e collinari appenninici aventi quote comprese tra i 300 e i 1.000 m s.l.m.. Sono disposti secondo dorsali con direzione da nord-ovest a sud-est, e presentano una certa variabilità litologica, anche se gli elementi principali sono costituiti da rocce argillose (marne, argilloscisti) e da rocce carbonatiche (dolomie e calcareniti). Si tratta comunque di formazioni geologiche mesozoiche e terziarie antecedenti la fase Burdigaliana (Miocene inferiore), che rappresenta la fase di trasporto orogenico più importante dell'Appennino lucano.
Questi rilievi, la parte sommitale dei quali rientra nella provincia 1, inferiormente lasciano spazio ad altopiani calcarei dai fianchi erosi e a versanti complessi con ondulazioni anche molto marcate che caratterizzano i terreni su flysch. Questi ultimi sono tipicamente soggetti a frane di scivolamento e altri dissesti più superficiali, i quali possono interessare superfici anche molto estese.
Subordinatamente, sono presenti conglomerati calcarei di origine continentale del Pleistocene inferiore, associati a depositi di tipo fluvio-lacustre.

Aree sommitali (provincia pedologica 1) e rilievi inferiori (provincia pedologica 2) su substrato calcareo, presso Muro Lucano
I corsi d'acqua sono impostati secondo un reticolo idrografico a graticcio, nel quale i bacini seguono l'andamento di valli susseguenti, incise negli strati di roccia più teneri. Si tratta comunque di corsi d'acqua di ordine inferiore, denominati con i termini forra o fosso.
Le pendenze sono variabili, e la loro frequenza si dispone, rispetto alle classi individuate, secondo una curva quasi a campana, con una netta prevalenza della classe moderata, che da sola interessa oltre il 42% del territorio della provincia pedologica. Per quanto riguarda le altimetrie, all'interno del range individuato sono le fasce medio-alte a coprire le superfici più ampie: poco meno del 50% del territorio si trova tra 700 e 900 m s.l.m., e l'80% tra 600 e 1.000.
                     

Distribuzione delle altimetrie
   

Distribuzione delle pendenze
   
Clima
Per l'inquadramento climatico di questa provincia pedologica sono stati considerati i dati della stazione meteorologica di Picerno (720 m s.l.m.), rappresentativa soprattutto della parte centrale e settentrionale della provincia stessa.
Le precipitazioni sono concentrate tipicamente nel periodo autunnale e invernale. I mesi più piovosi sono novembre e dicembre, con medie mensili rispettivamente di 99 e 105 mm, mentre le precipitazioni più basse si hanno a luglio e agosto (22 e 24 mm). La media annua è di 765 mm, con 91 giorni piovosi.
La temperatura media annua è di 12,3 °C, le medie mensili raggiungono valori massimi a luglio e agosto (21,4 e 21,6 °C) e minimi in gennaio (3,9 °C).
I dati termo-pluviometrici, interpretati secondo il diagramma di Bagnouls e Gaussen, hanno evidenziato la presenza di un periodo di deficit idrico che si distribuisce a cavallo del trimestre estivo.
L'analisi del pedoclima, effettuata con il metodo Billaux, ha evidenziato, considerando suoli con AWC possibile pari a 100, 150 e 200 mm, un regime di umidità dei suoli xerico. Il regime di temperatura dei suoli è mesico.
La classificazione del clima secondo Thornthwaite, riferita ad una AWC di 150 mm, è riassunta dalla formula C2B'1sb'4, che identifica un clima subumido (C2) con indice di umidità globale pari a 9, primo mesotermico (B'1) con evapotraspirazione potenziale (ETP) annua di 701 mm. Si caratterizza per un moderato deficit idrico estivo (s, con indice di umidità di 36) e per una concentrazione estiva dell'efficienza termica, intesa come rapporto tra ETP del trimestre estivo ed ETP annua, del 51% (b'). La classificazione fitoclimatica di Pavari ascrive la stazione di Picerno al Lauretum, sottozona fredda, II tipo. Nella porzione meridionale della provincia pedologica le precipitazioni aumentano, tanto che in alcune delineazioni, soprattutto quelle che si affacciano sul versante tirrenico, è possibile che il regime di umidità dei suoli sia udico, e la classificazione fitoclimatica si avvicini al Fagetum caldo.
   

Elaborazioni climatiche per la stazione meteorologica di Picerno
   
Uso del suolo e vegetazione
Sui versanti più ripidi e nelle aree poste alle altitudini più elevate prevalgono i boschi di latifoglie associate ad ampie aree con vegetazione cespugliosa utilizzate a pascolo. Queste formazioni lasciano il posto, in condizioni di minori pendenze, alle coltivazioni foraggere, al frumento duro e all'olivo, quest'ultimo coltivato soprattutto nell'agro di Vietri. Nelle zone a minor pendenza, dove è stato possibile introdurre un'agricoltura meccanizzata, vengono realizzate coltivazioni di maggior pregio: ortaggi, in particolare fagioli, e frutta (prevalentemente mele e pere): si tratta, comunque, di estensioni limitate ed eterogenee.
Sono presenti ampie superfici a pascolo, e si è sviluppata una notevole attività zootecnica, caratterizzata soprattutto dagli allevamenti di ovicaprini da latte. Recentemente l'aumento della consapevolezza della necessità di salvaguardare tradizioni e prodotti, ha indotto le comunità locali a richiedere il riconoscimento DOP per un formaggio tipico, il Canestrato di Moliterno, di cui è in corso l'istruttoria procedurale.
La vegetazione di questa provincia è quella tipica della zona fitoclimatica del Castanetum e del Fagetum caldo, con presenza del Lauretum freddo alle fasce altimetriche inferiori. La vegetazione forestale è costituita da boschi di latifoglie decidue (Quercus pubescens, Quercus cerris, Fagus selvatica, Ostrya carpinifolia, Castanea sativa), allo stato puro o consociati con Acer spp., e sempreverdi (Quercus ilex), queste ultime localizzate nelle zone più calde, specialmente sui versanti esposti a sud e sui calcari. La vegetazione arbustivaè costituita in prevalenza da ginestre e cespugli spinosi (Spartium junceum, Rosa spp., Rubus spp., Prunus spp.). Si rinvengono, infine, rimboschimenti di conifere (Pinus spp.).
Residui delle estese formazioni boschive di querce caducifoglie, che un tempo probabilmente ricoprivano queste superfici, si sono conservati soprattutto nel Parco della Grancia, presso Brindisi di Montagna. Queste formazioni sono inquadrabili nell'associazione Physosperma verticillati- Quercetum cerris, ben caratterizzata da un gruppo di specie endemiche quali Lathyrus jordani, Heptaptera angustifolia (Fascetti, 1996).
   
Le unità cartografiche della provincia pedologica 2

In questa finestra della carta pedologica presso Tito sono apprezzabili le differenze tra alcune unità cartografiche della provincia
pedologica n. 2
   

UNITÀ 2.1
I suoli di questa unità si sono sviluppati su rilievi a morfologia complessa, costituiti da altopiani calcarei, a debole pendenza, e dai versanti acclivi che ne costituiscono i fianchi, frequentemente erosi. Il substrato è costituito da rocce carbonatiche, con prevalenza di calcareniti e secondariamente di calcari dolomitici, e la pietrosità superficiale è elevata. Le quote sono comprese tra 300 e 1.100 m s.l.m., più frequentemente tra 700 e 800 m.
L'unità è composta da 7 delineazioni, per una superficie complessiva di 18.913 ha. L'uso del suolo è in prevalenza costituito da pascoli e boschi; le aree agricole sono rare.
Nelle aree a maggiore pendenza, soggette a fenomeni erosivi anche intensi, i suoli sono poco evoluti (suoli Guardiola), sui versanti meno ripidi hanno profilo moderatamente differenziato per brunificazione (suoli Rairoina). Meno diffusi, sono i suoli a profilo differenziato per lisciviazione e moderata rubefazione (suoli Costa del Forno). Tutti i suoli presentano in genere una evidente melanizzazione degli orizzonti superficiali.


I suoli Costa del Forno sono ben riconoscibili anche in superficie per il loro colore bruno-rossastro (presso Moliterno).
                                 
Suoli prevalenti
Suoli Guardiola sottili o moderatamente profondi (GUA1)
Suoli sottili o moderatamente profondi, limitati dal substrato roccioso calcareo, con un epipedon mollico ben sviluppato e con un elevato contenuto in materia organica. Hanno tessitura franca, scheletro frequente e reazione subalcalina.
Moderatamente calcarei nell'epipedon, molto calcarei nell'orizzonte sottostante, hanno permeabilità moderatamente alta e drenaggio moderatamente elevato.
Classificazione Soil Taxonomy: Lithic/Typic Haploxerolls loamy, mixed, superactive, mesic.
Classificazione WRB: Leptic Phaeozems.

Suoli Rairoina (RAI1)
Suoli profondi, limitati dal contatto con la roccia, talora molto profondi, con epipedon mollico che presenta un contenuto in sostanza organica buono o elevato. Sono franco argillosi in superficie e argillosi in profondità, e hanno scheletro scarso in superficie, frequente o abbondante in profondità. Non calcarei o scarsamente calcarei e subalcalini in superficie, sono in genere moderatamente calcarei e alcalini in profondità. La loro permeabilità è moderatamente bassa, il drenaggio buono.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerolls fine, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Pachic Phaeozems.
                                 
Suoli subordinati
Suoli Costa del Forno (CFO1)

Suoli molto evoluti, con colori bruno rossastri scuri, caratterizzati dalla formazione di un orizzonte argillico ben sviluppato, e da un epipedon mollico. Sono in genere moderatamente profondi, limitati dal substrato roccioso, e privi di scheletro.
La loro tessitura, franco limoso argillosa nell'epipedon,è argillosa in profondità, con valori di argilla anche molto elevati, oltre il 70%. Non calcarei, hanno reazione da neutra a subalcalina e un'alta saturazione in basi. La loro permeabilità è bassa, e sono ben drenati.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Argixerolls very fine, mixed, semiactive, mesic.
Classificazione WRB: Luvi-Endoleptic Phaeozems.
                                 
UNITÀ 2.2
Suoli delle aree sub-pianeggianti o dei versanti moderatamente acclivi di forma tendenzialmente concava, localizzati in posizione di basso relativo, sottostanti gli altopiani calcarei dell' unita cartografica precedente (unità 2.1).
Il confine tra le due unità corrisponde solitamente a linee di faglia. Il substrato è caratterizzato in prevalenza dall'alternanza di marne grigie e arenarie giallo rossastre (formazione di Monte Sierio).
Le quote sono comprese tra i 470 e i 1.100 m s.l.m.
L'unità è formata da 4 delineazioni, per una superficie complessiva di 4.676 ha. L'uso del suolo è costituito da alternanza di boschi, pascoli, e aree agricole.

Paesaggio tipico dell'unità cartografica 2.2, presso Pergola (Marsico Nuovo).
I suoli più diffusi sono gli Avezzale, che hanno profilo differenziato per ridistribuzione dei carbonati, brunificazione e melanizzazione. Suoli poco evoluti, sottili, sono presenti su superfici limitate, in prossimità di affioramenti di calcari o conglomerati.
 
                                   
Suoli prevalenti
Suoli Avezzale
(AVE1)
Suoli molto profondi, hanno un orizzonte calcico oltre il metro di profondità, e un epipedon mollico con contenuto in sostanza organica da moderato a buono. Sono privi di scheletro e hanno tessitura da argillosa ad argilloso limosa in superficie, franco argillosa in profondità. Il loro contenuto in calcare aumenta con la profondità: sono scarsamente calcarei in superficie e molto calcarei in profondità. Sono da subalcalini ad alcalini, hanno permeabilità bassa e drenaggio mediocre.
Classificazione Soil Taxonomy: Calcic Haploxerolls fine, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Haplic Kastanozems.

Suoli subordinati
In aree caratterizzate dall'affioramento di calcari, molto localizzati, sono presenti suoli simili ai Guardiola (vedi l'unità cartografica 2.1), mentre su lembi di conglomerati che sono talora presenti si rinvengono suoli Brienza scheletrici (vedi unità cartografica 2.3).
 
                                   
UNITÀ 2.3
Suoli delle superfici di raccordo con i fondovalle dei corsi d'acqua minori, caratterizzate dalla presenza di un reticolo idrografico a graticcio, su
substrati costituiti da conglomerati calcarei di origine continentale (Pleistocene inferiore) associati a una matrice di tipo fluvio-lacustre, a granulometria moderatamente grossolana. I versanti sono acclivi e dal profilo irregolare, a causa della variabilità nello spessore dei conglomerati. La pietrosità superficiale è moderatamente elevata e le quote sono comprese tra 480 e 950 m s.l.m.
L'unità è costituita da 3 delineazioni, per una superficie complessiva di 4.130 ha. L'uso del suolo è rappresentato da un'alternanza di boschi, pascoli e aree agricole.
I suoli più diffusi nell'unità hanno profilo moderatamente differenziato per parziale rimozione dei carbonati, brunificazione e melanizzazione. I Brienza profondi caratterizzano le superfici concave, con depositi di materiale meno grossolano, mentre nelle aree più rilevate, con depositi più grossolani, prevale la loro variante scheletrica.
 
Profilo rappresentativo dei suoli Brienza scheletrici.
   
               
Suoli prevalenti
Suoli Brienza Profondi (BRI1)
Sono suoli profondi, con un epipedon mollico che presenta un contenuto in sostanza organica in genere moderato. Franco argillosi, con scheletro da assente a comune, sono da non calcarei a molto scarsamente calcarei, e hanno reazione da alcalina a subalcalina. La loro permeabilità è moderatamente bassa, il drenaggio buono.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerolls fine loamy, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Haplic Phaeozems.

Suoli Brienza Scheletrici (BRI2)

Simili ai suoli precedenti (BRI1), ne differiscono per l'elevato contenuto in scheletro, che varia da comune in superficie a molto abbondante in profondità.
 
La permeabilità è moderata.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerollsloamy skeletal, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Skeletic Phaeozems.
 
UNITÀ 2.4
Suoli delle aree fortemente ondulate, con rilievi spesso isolati e vallecole incise, con versanti in genere acclivi o molto acclivi. Il substrato è rappresentato da rocce compatte, tipicamente diaspri e marne rossastre, raggruppate sotto il termine di scisti silicei. Le quote sono comprese tra i 300 e i 1.100 m s.l.m.
L'unità, formata da 4 delineazioni, ha una superficie complessiva di 8.733 ha. L'uso del suolo è costituito da boschi, pascoli, con scarse aree agricole, localizzate alle quote più basse.
Sono suoli in prevalenza a profilo moderatamente differenziato per brunificazione. I suoli La Torre si sono sviluppati a partire da materiale parentale.
derivato dall'alterazione in situ della roccia e caratterizzano i versanti più ripidi ed erosi. I suoli Laurini si sono originati su materiali di origine colluviale, e sono tipici in genere delle aree meno pendenti.
Suoli prevalenti
Suoli La Torre (LTO1)

Suoli moderatamente profondi, a tessitura franco argillosa, con orizzonte cambico di moderato spessore (in genere il substrato alterato si rinviene a partire da circa 40 cm di profondità). Lo scheletroè comune in superficie, da frequente ad abbondante in profondità. Non calcarei, hanno reazione da neutra a subacida e alta saturazione in basi. La permeabilità è moderatamente bassa e il drenaggio è buono.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerepts fine, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Eutric Cambisols.


Suoli Laurini (LAU1)
Suoli molto profondi, a tessitura franco argillosa in superficie e franca in profondità, con scheletro comune in tutti gli orizzonti e reazione che varia da subalcalina in superficie a neutra in profondità.
La permeabilità è moderatamente bassa e il drenaggio è buono.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerepts fine loamy, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Eutric Cambisols.
   
 
Profilo rappresentativo dei suoli Laurini, descritto sui rilievi a sud-est di Tito
         
UNITÀ 2.5
Suoli dei rilievi dolcemente ondulati, con ampi versanti moderatamente acclivi o acclivi. I materiali parentali si sono originati dall'alterazione di substrati flisciodi costituiti prevalentemente da argilloscisti bruno-grigi (galestri). Le quote sono comprese tra i 300 e i 1.100 m s.l.m.
L'unità è formata da 10 delineazioni, per una superficie complessiva di 22.450 ha. L'uso del suolo è costituito da boschi e pascoli; le aree
agricole sono subordinate e localizzate soprattutto alle quote più basse.
I suoli più diffusi sono moderatamente evoluti per brunificazione. Nelle aree meno inclinate, a prevalente origine colluviale, prevalgono i suoli Tomasiello, mentre sulle pendici a maggiore pendenza sono generalmente localizzati i suoli Frescura.
Suoli prevalenti
Suoli Frescura (FRE1)

Sono profondi, non calcarei, con il contatto con la roccia poco alterata presente in genere oltre il metro di profondità. Hanno tessitura franco argillosa, scheletro frequente in superficie ed abbondante in profondità, reazione subacida e alto tasso di saturazione in basi. La permeabilità è moderatamente bassa e il drenaggio è buono.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerepts fine loamy, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Eutric Cambisols.


Suoli Tomasiello (TMS1)
Suoli non calcarei o scarsamente calcarei, molto profondi, talora profondi per la possibile presenza di materiali fortemente compatti. Presentano tessitura franco argillosa in superficie ed argillosa nel substrato, e scheletro comune in tutti gli orizzonti.
La loro reazione è alcalina in superficie e subalcalina in profondità, la permeabilità bassa e il drenaggio mediocre.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerepts fine, mixed, superactive, mesic.
Classificazione WRB: Eutric Cambisols.
   
La tipica morfologia ondulata dei rilievi su Flysch galestrini.
     
  Profilo rappresentativo dei suoli Frescura, sotto copertura
forestale.
 
 
UNITÀ 2.6
Suoli delle superfici ondulate poste in posizione di basso versante. Il substrato è costituito da rocce calcaree (Unità di Toppo Camposanto), sia di tipo carbonatico (calcareniti) che argillose (marne rosse). Le pendenze sono variabili, prevalentemente moderate. Le quote sono comprese tra i 400 e i 900 m s.l.m., con prevalenza della fascia intorno ai 600 m.
L'unità è costituita da 3 delineazioni, con una superficie totale di 4.135 ha. L'uso del suolo è caratterizzato da un'alternanza di boschi, pascoli
e aree agricole.
I suoli più diffusi sono moderatamente evoluti per parziale rimozione dei carbonati e brunificazione (suoli Guardiola profondi). Sulle superfici più conservate sono presenti suoli con profilo fortemente differenziato per parziale rimozione dei carbonati e lisciviazione (suoli Santoro). La maggior parte dei suoli presenta una evidente melanizzazione degli orizzonti superficiali.


Suoli prevalenti
Suoli Guardiola Profondi (GUA2)

Sono simili ai Guardiola sottili o moderatamente profondi (vedi l'unità cartografica 2.1), ne differiscono essenzialmente per la profondità del contatto con la roccia, che si rinviene a profondità superiore a 1 metro.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerolls fine loamy, mixed, superactive, mesic.
Classificazione WRB: Calcaric Phaeozems.


Suoli Santoro
(SNT1).

Suoli evoluti, caratterizzati da un orizzonte superficiale con evidenti caratteri mollici e di notevole spessore, e un sottostante orizzonte argillico di colore bruno rossastro. L'epipedon mollico ha un elevato contenuto in sostanza organica. Sono moderatamente profondi, limitati da substrati fortemente compatti, e hanno tessitura argillosa in superficie, franco limoso argillosa in profondità, scheletro da assente a comune. Scarsamente calcarei in superficie e molto calcarei in profondità, presentano reazione subalcalina in superficie, alcalina in profondità. Hanno permeabilità moderatamente bassa e drenaggio buono.
Classificazione Soil Taxonomy: Pachic Argixerolls fine, mixed, active, mesic.
Classificazione WRB: Pachi-Luvic Phaeozems.