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Le province pedologiche: Provincia pedologica 15 - Suoli dei rilievi interni occidentali
                 
Suoli dei terrazzi marini e della piana costiera della costa ionica, su depositi marini di età diversa, da pleistocenici a olocenici, e, localmente, depositi alluvionali a granulometria variabile.
Sui terrazzi hanno profilo moderatamente o fortemente evoluto per effetto di ridistribuzione dei carbonati, lisciviazione e rubefazione, mentre sulla piana costiera hanno profilo poco differenziato, con processi di vertisolizzazione e gleizzazione.

Si trovano a quote comprese tra 0 e 330 m s.l.m., e hanno un uso marcatamente agricolo (colture in pieno campo o in serra, in parte irrigue, seminativi, oliveti, vigneti), ad eccezione della fascia litoranea, a vegetazione naturale e sede di attività turistica.

La superficie coperta è di 45.784 ha, il 4,6% del territorio regionale.
                     
I suoli dei terrazzi marini, nelle superfici più conservate rispetto al loro assetto originario, sono molto evoluti, in quanto i processi pedogenetici hanno potuto agire per lungo tempo, per effetto della prolungata stabilità geomorfologica. L'età dei terrazzi è direttamente proporzionale alla loro posizione altimetrica: i terrazzi posti alle quote più elevate sono i più antichi, e presentano un grado di differenziazione del profilo più spinto rispetto a quello dei terrazzi posti a quote inferiori. I processi pedogenetici che hanno agito tuttavia sono sostanzialmente gli stessi, e i suoli, pur con diverso grado di espressione, hanno differenziato lo stesso tipo di orizzonti. I principali processi sono stati la ridistribuzione dei carbonati, attraverso la loro rimozione, in genere completa, dagli orizzonti superficiali e il loro accumulo in orizzonti profondi (orizzonti calcici), la lisciviazione di particelle minerali di piccole dimensioni (per lo più argilla) con formazione di orizzonti profondi di accumulo (orizzonti argillici), e la rubefazione (forte ossidazione dei minerali di ferro nel suolo). Nei suoli più antichi, localizzati sui terrazzi posti alle quote più elevate, questi processi si sono susseguiti secondo cicli di intensità diversa in relazione alle fluttuazioni climatiche (intensità delle precipitazioni, temperature) intercorse, e hanno portato allo sviluppo di orizzonti fortemente differenziati. L'erosione superficiale, probabilmente accelerata dalla rimozione della vegetazione naturale e dalla messa a coltura di queste superfici, ha agito con
varia intensità, e ha portato alla rimozione totale o parziale dei suoli originali. I terrazzi più alti sono in genere i più erosi e smantellati, i più bassi sono più conservati. Sono quindi presenti suoli parzialmente troncati, che conservano orizzonti dei suoli originali. Sulle superfici dove l'erosione ha asportato completamente i suoli del terrazzo originario, i processi pedogenetici hanno agito per poco tempo. La rimozione dei carbonati dagli orizzonti superficiali è incompleta, la formazione di orizzonti calcici meno pronunciata, come anche l'ossidazione dei minerali di ferro (brunificazione). Un altro processo pedogenetico, che ha interessato gli orizzonti superficiali dei suoli, è la melanizzazione.
Questa consiste nell'arricchimento di materia organica negli orizzonti minerali, che assumono un colore scuro. Tale processo porta alla formazione dell'epipedon mollico, e probabilmente è avvenuto quando queste aree erano coperte da vegetazione naturale. Questo orizzonte è diffuso soprattutto sui suoli dei terrazzi posti alle quote più elevate, e la sua presenza diminuisce progressivamente sui terrazzi più bassi.
Probabilmente questo effetto è legato all'intensità dell'utilizzazione agricola. Nella pianura costiera, e anche in alcune aree, di estensione molto limitata, a morfologia depressa, soggette ad accumuli colluviali e alluvionali, dei terrazzi, sono presenti suoli argillosi con caratteri vertici. Hanno tendenza alla fessurazione profonda nei periodi secchi e al rigonfiamento nei periodi umidi. L'alternanza di questi fenomeni, legati alla presenza di argille a reticolo espandibile, costituisce un processo di pedoturbazione, con rimescolamento e omogeneizzazione del suolo in vario grado. Nei suoli della piana costiera la presenza di una falda poco profonda induce processi di gleificazione: la saturazione permanente o temporanea del suolo porta a scarsezza di ossigeno e condizioni riducenti.
Sono stati rilevati valori di salinità (leggera, talvolta moderata) negli orizzonti profondi dei suolidella piana costiera, soprattutto nei pressi della
fascia dunale, probabilmente dovuti a processi di risalita capillare della falda salina. Tuttavia, alcuni casi di lieve salinità rilevati in orizzonti superficiali sono forse da mettere in relazione a pratiche irrigue poco idonee. Tali valori possono ridurre la scelta delle colture.
Nei suoli dei terrazzi, alcuni orizzonti profondi sono moderatamente sodici o sodici. La profondità di questi orizzonti è tale che essi non interferiscono sostanzialmente con le colture praticate, a meno che non vengano portati in superficie con livellamenti e modellamenti eccessivi dei campi.
 
                     

Un agrumeto nella piana del Metapontino
 
                     
Geologia e geomorfologia
I terrazzi marini dell'entroterra ionico
Costituiscono una fascia che si estende parallelamente alla costa per circa 20 km, e che dalla zona di affioramento dei depositi plio-calabriani degrada a sud-est verso il mare. L'origine di queste superfici è collegata alle glaciazioni pleistoceniche, che hanno prodotto, come più evidenti conseguenze morfologiche, lo spostamento della linea di costa durante il Quaternario. Attraverso trasgressioni e regressioni marine, e i relativi sollevamenti eustatici connessi, si è determinata la formazione degli estesi terrazzamenti di stazionamento marino che caratterizzano in modo ben evidente tutto l'arco ionico. I sedimenti marini plio-calabriani, costituiti prevalentemente da argille marnose, sono presenti nell'area solo in corrispondenza di alcune scarpate originate dall'evoluzione dei corsi d'acqua. I terrazzi marini, di età post-calabriana, sono rappresentati da una serie di superfici che scendono a gradinata verso il mar Ionio. Ne sono stati riconosciuti sette ordini principali. I sedimenti dei vari terrazzi sono via via più recenti procedendo dall'interno verso la costa e spesso si mostrano addossati uno all'altro a mantello. Sono conseguenza del trasporto di enormi quantità di detriti verso il mar Ionio. La natura dei materiali costituenti i terrazzi è poligenetica, prevalentemente sabbiosa con cospicua presenza di ciottolame incoerente.
Le differenze di quota tra i vari ordini di terrazzi sono ben osservabili sui terrazzi più alti e via via meno sensibili in quelli meno elevati: ciò va messo in relazione con il più intenso sollevamento della regione verso il margine appenninico, risentito in maggior misura dai terrazzi più antichi (Vezzani, 1967). I vari ordini di terrazzi sono limitati verso il mare da scarpate di abrasione marina, parallele alla riva, che corrisponde a successive linee di costa, con ampiezze variabili in funzione dei differenti movimenti verticali, della costituzione litologica del substrato, dei differenti apporti fluviali e della diversa forza erosiva del mare. Terrazzi e scarpate di abrasione sono conservati in notevole continuità per lunghi tratti, e si mostrano interrotti quasi esclusivamente in corrispondenza delle maggiori valli e di alcune incisioni torrentizie.

La piana costiera ionica
La costa ionica lucana è caratterizzata da un'ampia pianura costiera e da una fascia litoranea a morfologia pianeggiante, con quote comprese tra 0 e 25 metri s.l.m.
La linea di costa è costituita da una spiaggia formata da sabbie bianche, prevalentemente rettilinea, diretta da SSW a NNE, con dolci prominenze solo in corrispondenza dei delta fluviali, ampia da pochi metri a qualche centinaio. Proseguendo dalla costa verso l'interno, è presente una catena regolare di cordoni dunari, con altezze fino a 13 metri. In una morfologia ondulata si alternano sabbie nelle porzioni più rilevate, a depositi più fini (sabbie fini, limi, argille), di deposizione fluviale.
Proseguendo ancora verso l'interno, è presente un'ampia pianura, di origine prevalentemente alluvionale, che si raccorda con le piane fluviali recenti dei principali corsi d'acqua. La larghezza massima della pianura costiera è di oltre 3 km, quella minima di 600-700 metri. La sua superficie si abbassa leggermente da S-SW a N-NE, passando dai 13-25 metri s.l.m. nei dintorni di Nova Siri, ai 3-4 metri s.l.m. nei pressi di Metaponto. In questa provincia pedologica il 36% del territorio è pianeggiante. Se a questo si aggiungono le aree sub-pianeggianti, si vede come oltre il 63% delle superfici ha caratteristiche morfologiche molto favorevoli per lo sviluppo di un'agricoltura specializzata. L'altimetria è caratterizzata dalle fasce altimetriche basse: il 60% del territorio è ubicato entro i 100 m di altitudine.
 
                     

I terrazzi dell'Ofanto in località Gaudiano, presso Lavello.
 
                     

Distribuzione delle altimetrie
 

Distribuzione delle pendenze
   
                     
Clima
I dati utilizzati per l'inquadramento climatico si riferiscono alle stazioni di Nova Siri Scalo (5 m s.l.m.) e Metaponto (25 m s.l.m.), localizzate agli
estremi della costa ionica che si estende per circa 40-50 chilometri dal confine con la Regione Puglia fino a quello con la Calabria.
Le precipitazioni medie annue hanno valori molto simili: 550 mm a Metaponto e 555 mm a Nova Siri. Per quanto riguarda la loro distribuzione, è tipicamente autunnale e invernale. I valori massimi mensili si raggiungono a dicembre a Metaponto (75 mm) e a novembre a Nova Siri (80 mm). Le mensili più basse sono a luglio e agosto a Metaponto, con 14 mm in entrambi i mesi, mentre a Nova Siri valori analoghi (14-15 mm) si verificano nei tre mesi di giugno, luglio ed agosto.
La temperatura media annua è di circa 17 °C (17,1 °C a Nova Siri, 16,8 °C a Metaponto). Le medie mensili più elevate sono nei mesi di luglio
e agosto, e si aggirano intorno ai 26 °C, le più basse a gennaio (8,1 °C a Metaponto, 9,3°C a Nova Siri).
I dati termo-pluviometrici, interpretati secondo il diagramma di Bagnouls e Gaussen, evidenziano che il periodo di deficit idrico va da maggio a settembre per entrambe le stazioni considerate. Il regime di umidità dei suoli, stimato con il metodo Billaux, è xerico per tutte le AWC considerate (100, 150 e 200 mm). Il regime di temperatura dei suoli è termico.
La classificazione del clima secondo la formula climatica di Thornthwaite, riferita ad una AWC di 150 mm, è DB'3db'4, che identifica per la stazione di Nova Siri un clima semiarido (D) con indice di aridità pari a 44, terzo mesotermico (B'3) con evapotraspirazione potenziale (ETP) annua di 871 mm. Si caratterizza per una deficienza idrica in estate con eccedenza idrica assente o molto scarsa (d, con indice di umidità di 6,6) e per una concentrazione estiva dell'efficienza termica, intesa come rapporto tra ETP del trimestre estivo ed ETP annua, del 51% (b'). La formula per la stazione di Metaponto è analoga; l'indice di aridità è più basso (41,7) e la concentrazione estiva dell'efficienza termica è del 50%.
La classificazione fitoclimatica del Pavari colloca la provincia pedologica 18 nel Lauretum, sottozona calda, II tipo con siccità estiva.
 
                     

Elaborazioni climatiche per la stazione meteorologica di Metaponto
 
                     

Elaborazioni climatiche per la stazione meteorologica di Nova Siri Scalo
                     

Serre nel metapontino
 
                     

Uso del suolo e vegetazione
Il territorio ha una marcata impronta agricola. Le aree a vegetazione naturale sono concentrate soprattutto sul litorale, dove, accanto alle macchie di vegetazione spontanea, sono stati realizzati ampi rimboschimenti. Si tratta soprattutto di impianti di resinose (pinete, con predominanza di pino domestico e pino d'Aleppo) e di eucalipti. La maggior parte di questi rimboschimenti è stata effettuata subito dopo il secondo conflitto mondiale, per incrementare lo strato arboreo nelle aree precedentemente occupate dalle formazioni xerofile di leccio ed in alcuni casi di quelle igrofile (ontani, pioppi e salici), e per proteggere dagli aerosol marini il territorio agricolo retrostante.

Nella fascia litoranea l'urbanizzazione è in forte espansione, per la crescita sia dei centri abitati che delle attività economiche, tra le quali hanno notevole sviluppo le infrastrutture turistico-balneari. Spostandosi verso l'interno, la vegetazione spontanea e le pinete lasciano spazio ad una agricoltura intensiva, altamente specializzata, caratterizzata dalla coltivazione di orticole (angurie, fragole, finocchi, lattughe, meloni, peperoni ecc) e frutticole (actinidie, albicocche, arance, clementine, pesche, susine e uva da tavola), di pregio, allevate in pieno campo o in serre. La coltivazione in serra è adottata soprattutto per la coltura della fragola, ed è concentrata soprattutto nei comuni di Scanzano Jonico e Policoro. La superficie coperta supera i 500 ettari, con produzioni che rappresentano circa il 15% della produzione nazionale. Il clima favorevole della costa ionica e la disponibilità di acqua irrigua favoriscono le colture più esigenti. Grande importanza hanno avuto le opere di bonifica e di trasformazione della organizzazione delle colture secondo una dimensione imprenditoriale. La disponibilità di acqua non copre le esigenze nelle aree più interne, ovvero quelle sui terrazzi marini, mentre risulta abbondante nella pianura costiera. Questa difformità provoca una diversa distribuzione dell'uso del suolo in relazione alla posizione nel paesaggio: sui depositi alluvionali prevalgono le colture ortofrutticole, sui terrazzi marini predominano invece i cereali e l'olivo.
La vegetazione naturale nell'area è scomparsa, da lungo tempo, dalla maggior parte del territorio. Una certa continuità di formazioni boschive e arbustive è rimasta nella fascia litoranea, in corrispondenza dei sistemi di cordoni dunali retrostanti la spiaggia. Lembi residui di vegetazione naturale, costituiti da fitocenosi litoranee, psammofile (Sporobolus pungens, Eryngium maritimum, Ammophila littoralis, Euphorbia paralias) e degli ambienti umidi retrodunali (Salicornia spp., Juncus spp.), si alternano a rimboschimenti di Pinus halepensis, Pinus pinea, Eucaliptus spp., Acacia ssp. Nelle incisioni dei terrazzi, sulle scarpate e sui versanti delle valli dei fiumi principali sono presenti residui di vegetazione di macchia mediterranea a prevalenza di arbusti a ginestre, cespugli spinosi e sempreverdi (Spartium junceum, Rosa spp., Rubus spp., Prunus spp., Pyrus amygdaliformis, Calicotome spinosa, Pistacia lentiscus, Phillyrea spp., Rhamnus alaternus, Rosmarinus officinalis, ecc.). Sono anche rimasti, in aree molto ristrette, frammenti di foresta planiziale a latifoglie decidue (Quercus robur, Quercus cerris, Alnus glutinosa, Fraxinus angustifolia, Populus alba, Ulmus spp).

 
                     

La valle del torrente Cavone nel suo tratto terminale, dove attraversa i terrazzi marini.
 
                     
Le unità cartografiche della provincia pedologica 15          

Finestra della carta pedologica alla foce del fiume Cavone. La successione dei terrazzi marini e della piana costiera
(unità cartografiche 15.3, 15.4, 15.5, 15.6) è interrotta dalla valle del fiume (unità 14.9 e 14.11).
                   
UNITÀ 15.1
I suoli di questa unità si sono formati su superfici, in parte conservate e in parte erose e smantellate, appartenenti ai terrazzi marini posti alle quote più elevate. Hanno morfologia variabile, caratterizzata da aree da pianeggianti a debolmente acclivi, alternate a profonde e ampie incisioni (da moderatamente acclivi a molto acclivi, con scarpate talora scoscese), molto frequenti, corrispondenti al reticolo idrografico minore. Il substrato è costituito da sabbie con lenti di ghiaie e ciottoli calcarei, e depositi colluviali e alluvionali. Le quote sono comprese tra 40 e 330 m s.l.m. E' composta da 6 delineazioni, che coprono una superficie totale di 12.275 ha. L'uso del suolo è caratterizzato da seminativi, oliveti e vigneti; nelle scarpate più ripide delle incisioni è presente vegetazione naturale, prevalentemente arbustiva.
Accanto a suoli molto evoluti, con forte differenziazione del profilo per effetto di cicli pedogenetici di intensità diversa (attraverso processi di ridistribuzione dei carbonati, lisciviazione e rubefazione), talora conservati e spesso troncati dall'erosione, sono presenti suoli moderatamente evoluti, con minore differenziazione del profilo (per moderata ridistribuzione dei carbonati, e brunificazione). Molti suoli conservano un orizzonte superficiale di colore scuro (epipedon mollico), formatosi attraverso il processo della melanizzazione.
I suoli Tempa Rossa e Gaudella sono presenti sulle superfici più conservate dei terrazzi, i suoli Scarciullo caratterizzano le ampie e profonde incisioni.
 

Profilo rappresentativo dei suoli Tempa Rossa
con orizzonte calcico moderatamente profondo (località Acrio Soprano, Marconia).
 


Suoli prevalenti
Suoli Tempa Rossa con orizzonte calcico profondo (TER1)
Suoli molto evoluti e molto profondi, hanno un epipedon mollico con moderato contenuto in sostanza organica, tessitura franco sabbiosa in superficie e argillosa in profondità, scheletro comune o frequente. Sono il risultato di una evoluzione policiclica, che ha portato allo sviluppo di orizzonti di accumulo secondario di carbonato di calcio a profondità diverse. Sono decarbonatati in superficie e molto calcarei in profondità, e hanno reazione da neutra a molto alcalina. Alcuni orizzonti possono essere talora moderatamente sodici. Hanno permeabilità moderatamente bassa e sono ben drenati.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Argixerolls fine, mixed, active, thermic.
Classificazione WRB:
Chromi-Luvic Phaeozems.

Suoli Tempa Rossa con orizzonte calcico moderatamente profondo (TER2)
Simili ai suoli TER1, questi suoli hanno un orizzonte calcico a moderata profondità, probabilmente a causa di erosioni pregresse. Hanno tessitura
franco sabbioso argillosa in superficie, argillosa nell'orizzonte argillico, e progressivamente più sabbiosa in profondità, scheletro assente o comune. La loro reazione è alcalina in superficie, molto alcalina in profondità.
Classificazione Soil Taxonomy: Calcic Argixerolls fine, mixed, active, thermic.
Classificazione WRB:
Chromi-Luvic Kastanozems.

Suoli Gaudella (GAU1)

Suoli molto profondi, a tessitura franco sabbiosa in superficie e franco sabbioso argillosa in profondità, con scheletro assente in superficie, da scarso a frequente in profondità. Sono privi di carbonati in superficie e scarsamente o moderatamente calcarei in profondità. Subacidi o neutri in superficie, hanno reazione crescente in profondità, fino ad alcalina. La saturazione in basi è sempre alta. Hanno permeabilità moderatamente bassa e sono ben drenati.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxeralfs fine loamy, mixed, semiactive, thermic.
Classificazione WRB: Chromic Luvisols.

Suoli Scarciullo (SCR1)
Diffusi all'interno delle incisioni dei terrazzi, caratterizzano superfici a pendenze deboli o moderate (10-20%). Sono molto profondi, a tessitura franco sabbioso argillosa in superficie e franco sabbiosa in profondità, con scheletro scarso. Da scarsamente a moderatamente calcarei, hanno reazione molto alcalina, permeabilità moderatamente alta e sono ben drenati.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerepts fine loamy, mixed, superactive, thermic.
Classificazione WRB: Eutric Cambisols.

   
         
 

Profilo rappresentativo dei suoli Scarciullo
(località Masseria Scarciullo, Bernalda).
   
                     
UNITÀ 15.2
Suoli su superfici pianeggianti o sub-pianeggianti, che diventano da debolmente acclivi ad acclivi in corrispondenza di alcune incisioni del reticolo idrografico minore. I materiali di partenza sono costituiti da sabbie con lenti di ghiaie e ciottoli calcarei, e talora depositi colluviali e alluvionali.
Le quote sono comprese tra i 20 e i 220 m s.l.m. L'unità è costituita da 5 delineazioni, per una superficie totale di 12.635 ha. L'uso del suolo è caratterizzato da seminativi, oliveti e vigneti. Solo sui versanti più ripidi delle incisioni è presente vegetazione naturale, per lo più arbustiva.
Sono suoli a diverso grado di differenziazione del profilo. Accanto a suoli evoluti (per ridistribuzione dei carbonati, lisciviazione dell'argilla e rubefazione), sono presenti suoli a profilo meno differenziato (per ridistribuzione dei carbonati, con una parziale decarbonatazione degli orizzonti superficiali, e brunificazione). In molti casi si è conservato un orizzonte superficiale di colore scuro (epipedon mollico).
 
Paesaggio tipico dell'unità cartografica 15.2
 
I suoli Campagnola e Pezzica sono presenti su ampie superfici. I primi individuano le aree più conservate, dal punto di vista morfologico, mentre i secondi caratterizzano le aree che hanno subito fenomeni di erosione superficiale con asportazione dei suoli originari.

Suoli Pezzica (PEZ1)
Suoli profondi, a tessitura franco sabbioso argillosa in superficie e argillosa in profondità, con scheletro scarso o comune. Sono moderatamente calcarei in superficie e fortemente calcarei in profondità, e hanno reazione alcalina. Possono presentare, in profondità, eccesso di sodio nel complesso di scambio. La loro permeabilità è moderatamente bassa, il drenaggio mediocre.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Calcixerepts fine loamy, mixed, active, thermic.
Classificazione WRB: Hyposodic Calcisols.
Questi suoli frequentemente presentano un epipedon mollico, e rientrano nel sottogruppo dei Typic Calcixerolls.


Suoli subordinati
Nelle incisioni del reticolo idrografico minore, che occupano superfici ridotte, sono presenti i suoli Scarciullo, per la cui descrizione si rimanda all'unità precedente.
                   
UNITÀ 15.3
I suoli di questa unità si sono sviluppati su superfici pianeggianti e ben conservate, talora debolmente o moderatamente acclivi, dei terrazzi marini, localmente interessate da depositi alluvionali e colluviali di modesto spessore, e con alcune profonde incisioni dovute al reticolo idrografico secondario. I materiali di partenza sono sabbie con lenti di ghiaie e ciottoli calcarei. Le quote sono comprese tra i 10 e i 140 m s.l.m.
E' costituita da 8 delineazioni, per una superficie complessiva di 9.110 ha. L'uso del suolo è agricolo: predominano i seminativi, con presenza di frutteti, oliveti e vigneti.
Sono suoli a diverso grado di evoluzione. Sono presenti suoli a profilo molto evoluto, con differenziazione marcata degli orizzonti per effetto della ridistribuzione dei carbonati, della lisciviazione dell'argilla e della rubefazione. Questi suoli hanno orizzonti profondi di accumulo secondario dei carbonati (orizzonti calcici) e dell'argilla illuviale (orizzonti argillici). In altri suoli, l'evoluzione è meno pronunciata e si limita alla ridistribuzione dei carbonati (con una parziale decarbonatazione degli orizzonti superficiali) e alla brunificazione. In alcuni casi si è conservato un orizzonte superficiale di colore scuro (epipedon mollico). Nei suoli irrigati dei terrazzi più bassi, talora, gli orizzonti superficiali sono leggermente salini.
I suoli Tarantone si sono sviluppati soprattutto nelle aree più pianeggianti e conservate, mentre nelle aree a maggiore pendenza sono più diffusi i suoli Pezzica e La Petrulla. Sono presenti, anche se interessano superfici ridotte, i suoli Scanzano, Olivastreto e San Basilio.
                   

Suoli prevalenti
Suoli Tarantone con orizzonte calcico moderatamente profondo (TAR1)
Suoli profondi, a substrato sabbioso-scheletrico, con un orizzonte argillico che sovrasta un orizzonte calcico entro 1 m di profondità. La tessitura è franca in superficie e franco argillosa o franco limoso argillosa nell'orizzonte argillico, lo scheletro scarso o assente. Il drenaggio è buono, la permeabilità media. Possono presentare, al di sotto di 150 cm di profondità, un orizzonte petrocalcico che cementa gli strati di ciottoli del substrato.
Hanno reazione alcalina in superficie, molto alcalina in profondità. Completamente decarbonatati nei primi orizzonti, sono molto calcarei in profondità.
Classificazione Soil Taxonomy: Calcic Haploxeralfs fine silty, mixed, semiactive, thermic.
Classificazione WRB: Calcic Luvisols.

Suoli Tarantone con orizzonte calcico profondo o molto profondo (TAR2)
Simili ai precedenti, ne costituiscono un termine probabilmente più conservato; l'orizzonte calcico si rinviene a profondità superiore al metro dalla superficie. Hanno tessitura franco argillosa nell'orizzonte argillico.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxeralfs fine loamy, mixed, semiactive, thermic.
Classificazione WRB: Haplic Luvisols.

Suoli Pezzica (PEZ1)
Per la loro descrizione si veda l’unità 15.2

 
Profilo rappresentativo dei suoli Pezzica
(presso Spineto).
   
                 
 
Suoli La Petrulla (PET1)
Diffusi nelle aree a lieve pendenza, sono suoli profondi, limitati da orizzonti fortemente scheletrici, molto calcarei, con abbondante pietrosità superficiale. Per effetto dell'erosione, l'orizzonte calcico è poco profondo, talora affiorante. Sulla superficie del suolo, a causa del rimescolamento operato dalle lavorazioni agricole, sono in genere diffusamente presenti concrezioni di carbonati. La tessitura è franca o franco sabbiosa, lo scheletro comune, il drenaggio buono e la permeabilità moderatamente alta. Moderatamente calcarei nell'orizzonte arato, sono molto calcarei negli orizzonti sottostanti. Hanno reazione molto alcalina.

Classificazione Soil Taxonomy: Typic Calcixerepts coarse loamy, mixed, superactive, thermic.
Classificazione WRB: Haplic Calcisols.
 
Suoli subordinati
Suoli Scanzano (SCZ1)
Questi suoli sono presenti nelle incisioni del reticolo di drenaggio secondario, con accumuli alluvionali e colluviali, frequentemente utilizzate a colture arboree irrigue (agrumeti in prevalenza).
Sono profondi, a substrato limoso, tessitura franco limosa o franco limoso argillosa, con scheletroscarso; spesso presentano orizzonti sepolti. Sono parzialmente decarbonatati e molto alcalini. Hanno permeabilità moderata e drenaggio mediocre.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerepts fine loamy, mixed, semiactive, thermic.
Classificazione WRB: Eutric Cambisols.
 
Suoli Olivastreto (OVA1)
Suoli molto evoluti, con orizzonte superficiale di colore scuro, si sono sviluppati su superfici che hanno subito una moderata erosione nel passato. Al di sotto dell'epipedon mollico hanno un orizzonte argillico fortemente rubefatto. Sono profondi, a tessitura argillosa e con scheletro abbondante al di sotto dell'orizzonte arato. Hanno buona permeabilità e drenaggio buono. Non calcarei o scarsamente calcarei, hanno reazione molto alcalina e sono, talora, moderatamente sodici in profondità.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Argixerolls clayey skeletal, mixed, subactive, thermic.
Classificazione WRB: Endoskeleti-Luvic Phaeozems.

Suoli San Basilio (BAS1)

Questi suoli si sono sviluppati in aree depresse soggetti ad accumuli colluviali e alluvionali di modesto spessore, secondo un paleoreticolo idrografico parallelo alla linea di costa. Sono profondi, con un orizzonte argillico e un orizzonte calcico che ha il suo limite superiore al di sotto dei 100 cm di profondità, e presentano deboli caratteri vertici. Hanno tessitura franco argillosa o franco limoso argillosa, drenaggio mediocre e permeabilità moderatamente bassa. Da non calcarei a moderatamente calcarei, molto calcarei
nell'orizzonte calcico, sono alcalini in superficie e molto alcalini in profondità.
Classificazione Soil Taxonomy: Vertic Haploxeralfs fine, mixed, semiactive, thermic.
Classificazione WRB: Vertic Luvisols.

Profilo rappresentativo dei suoli Olivastreto; è ben visibile, da 45 a 100 cm di profondità, l'orizzonte argillico formatosi in materiali a elevato contenuto in scheletro.
           
             
UNITÀ 15.4
Suoli su superfici pianeggianti, si sono sviluppati nei terrazzi marini posti a quote comprese tra 5 e 60 m s.l.m. I materiali di partenza sono sabbie con lenti di ghiaie e ciottoli calcarei; in profondità possono essere presenti strati cementati originati da precipitazione di carbonato di calcio in sede di basso fondale marino.
Composta da 6 delineazioni, l'unità ha una superficie complessiva di 3.159 ha. L'utilizzazione del suolo è a prevalenza di seminativi. Sono anche presenti colture agrarie legnose: frutteti, oliveti e vigneti. Sono suoli evoluti, con differenziazione marcata degli orizzonti per effetto della rimozione dei carbonati, della lisciviazione dell'argilla e della rubefazione.
Hanno in maggioranza orizzonti profondi dell'argilla illuviale (orizzonti argillici), mentre sono privi, per una profondità di almeno 150 cm. dalla superficie, di accumulo secondario dei carbonati (orizzonti calcici). Gli orizzonti superficiali dei suoli irrigati sono talora leggermente salini.
I suoli S. Anna sono ampiamente distribuiti nell'unità, con prevalenza della fase moderatamente profonda (suoli SAN1) sul ripiano più elevato, e di quella profonda o molto profonda (suoli SAN2) sul ripiano più basso, che confina direttamente con la piana costiera. I suoli Molino interessano superfici ridotte, localizzate per lo più presso il bordo del terrazzo.

Suoli prevalenti
Suoli S. Anna moderatamente profondi (SAN1)

Sono suoli moderatamente profondi, limitati da orizzonti fortemente scheletrici, ma con scarsa pietrosità superficiale. Non calcarei eccetto che nel substrato, hanno tessitura franco argillosa o argillosa con scheletro scarso in superficie, e argillosa, con scheletro abbondante, in profondità.
La loro permeabilità è moderatamente bassa, il drenaggio buono. Hanno reazione molto alcalina.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxeralfs fine, mixed, semiactive, thermic.
Classificazione WRB: Haplic Luvisols.
             

Suoli S. Anna profondi o molto profondi (SAN2)
Suoli profondi o molto profondi, limitati da orizzonti fortemente scheletrici, sono, per gli altri caratteri, simili ai suoli S. Anna moderatamente profondi.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxeralfs fine, mixed, semiactive, thermic.
Classificazione WRB: Haplic Luvisols.


Suoli subordinati
Suoli Molino (MLO1)

Questi suoli si rinvengono su superfici di modesta entità, per lo più in prossimità della scarpata che divide il terrazzo dalla piana costiera sottostante.
Sono moderatamente evoluti, a causa dell'erosione, che ha agito su queste superfici rimovendo gran parte dei suoli presenti in origine. La loro profondità è moderata, limitata da orizzonti fortemente scheletrici o cementati da carbonato di calcio.

Hanno tessitura franca, scheletro comune o frequente, moderata permeabilità e drenaggio buono. Sono da scarsamente calcarei a calcarei, alcalini o molto alcalini.
Classificazione Soil Taxonomy: Calcic Haploxerepts coarse loamy, mixed, superactive, thermic.
Classificazione WRB: Petric Calcisols.


Profilo rappresentativo dei suoli S. Anna moderatamente profondi; è visibile l'orizzonte scheletrico in profondità.
           
Suoli della piana costiera ionica
 

UNITÀ 15.5
Sono i suoli della piana costiera, retrostante i cordoni dunali litoranei attuali e recenti, nella quale prevalgono i sedimenti alluvionali a tessitura fine (argille e limi, subordinatamente sabbie). Questi suoli sono, in molte aree, a rischio di inondazione
da parte dei fiumi che hanno concorso alla costruzione della pianura stessa. Sono pianeggianti, e le loro quote vanno da 1 a 40 m s.l.m. Le delineazioni che la costituiscono sono 6, e coprono una superficie totale di 6.243 ha. Per effetto della possibilità di irrigazione, l'uso del suolo è caratterizzato da agricoltura intensiva, in prevalenza orticoltura. La pianura costiera, per il fatto di trovarsi pressoché allo stesso livello altimetrico del tratto terminale dei fiumi che sboccano nello Ionio, costituisce con essi una fascia a morfologia favorevole alle vie di comunicazione.
Anche per questo motivo, nell'area il “conflitto” tra agricoltura e urbanizzazione, sia di tipo residenziale che produttivo, è sensibile.
Questi suoli sono poco o moderatamente evoluti, con caratteristiche vertiche pronunciate, cioè con tendenza alla fessurazione nei periodi secchi e al rigonfiamento nei periodi umidi; molti di essi sono caratterizzati anche da processi di marcata gleizzazione
per la presenza della falda entro il suolo.
I suoli Jonica si sono sviluppati nelle aree morfologicamente più rilevate, per lo più presso la scarpata di raccordo con i terrazzi marini, mentre i suoli Parchitello sono tipici delle aree più ribassate, in gran parte prossime alla fascia dei cordoni dunali.

 
Suoli prevalenti
Suoli Jonica (JON1)

Vertisuoli molto profondi e molto calcarei, a drenaggio mediocre. Hanno tessitura argillosa fino a oltre un metro di profondità, franco limosa o franco sabbioso argillosa al di sotto. La loro reazione è molto alcalina in superficie e estremamente alcalina in profondità. Sono presenti valori di salinità variabili, probabilmente anche in relazione alle modalità di irrigazione: gli orizzonti superficiali sono da non salini a leggermente salini, gli orizzonti profondi da non salini a moderatamente salini. Alcuni orizzonti possono presentare moderata sodicità. I suoli Jonica hanno rischio di inondazione assente o lieve.
Classificazione Soil Taxonomy: Chromic Haploxererts fine, mixed, subactive, thermic.
Classificazione WRB: Eutric Vertisols.

Suoli Parchitello a substrato sabbioso (PAC1)
Vertisuoli moderatamente profondi, limitati dalla presenza della falda, molto calcarei, a tessitura argillosa in superficie e sabbioso franca in profondità, a permeabilità bassa e drenaggio lento.
Hanno reazione molto alcalina nell'orizzonte arato, estremamente alcalina negli altri orizzonti.
Il tenore in salinità è variabile: da assente a leggero negli orizzonti arati, da leggero a moderato in profondità. Sono talora presenti, in profondità, orizzonti moderatamente sodici o sodici. Questi suoli hanno rischio di inondazione moderato.
Classificazione Soil Taxonomy: Chromic Endoaquerts clayey over sandy, mixed, subactive, thermic.
Classificazione WRB: Eutric Vertisols.

Profilo rappresentativo dei suoli Parchitello a substrato argilloso. Nella parte bassa del profilo si vede la presenza della falda (la fotografia è stata scattata a metà ottobre).
 
 
Suoli Parchitello a substrato argilloso (PAC2)
Simili ai suoli PAC1, differiscono da questi per avere substrato argilloso, e quindi tessitura argillosa sia in superficie che in profondità.
Classificazione Soil Taxonomy: Chromic Endoaquerts fine, mixed, semiactive, thermic.
Classificazione WRB: Eutric Vertisols.
 
UNITÀ 15.6
Questa unità comprende i suoli delle superfici prospicienti la linea di costa, caratterizzate da morfologia ondulata per la presenza di una sequenza di cordoni dunali. I materiali di partenza sono sedimenti marini ed eolici sabbiosi, e sedimenti alluvionali prevalentemente sabbiosi e limosi. Le quote variano da 0 a 7 m s.l.m. Le delineazioni che la compongono sono 6, e la superficie complessiva 2.362 ha. L'unità è in prevalenza coperta da vegetazione naturale (pinete litoranee e boschi igrofili). Verso la linea di costa la vegetazione si dirada fino alla spiaggia vera e propria, utilizzata a scopi ricreativi. Verso l'interno, presso il confine con la pianura costiera, sono talora presenti aree agricole.
Si tratta di suoli poco evoluti, con scarsa differenziazione del profilo. Il processo pedogenetico più evidente è la gleizzazione, che è presente a partire da profondità variabili, in relazione alla profondità della falda nel suolo.
I suoli Sottano caratterizzano le aree morfologicamente più rilevate, i suoli Scolmatore le superfici ribassate, nelle quali i sedimenti alluvionali a tessitura più fine si sovrappongono alle sabbie dei sistemi dunali.
Suoli prevalenti
Suoli Sottano (SOT1)

Sono poco evoluti, profondi, e presentano la falda, o le sue oscillazioni, poco oltre un metro di profondità. Molto calcarei, hanno tessitura sabbioso franca o sabbiosa, permeabilità alta, drenaggio mediocre, e reazione molto alcalina. Il rischio di inondazione è lieve.
Classificazione Soil Taxonomy: Aquic Xeropsamments, mixed, thermic.
Classificazione WRB: Areni-Gleyic Regosols.

Suoli Scolmatore (SCO1)
Si tratta anche in questo caso di suoli poco evoluti e con una falda permanente a meno di un metro di profondità. Sono quindi moderatamente profondi, hanno tessitura franco limosa in superficie e sabbiosa in profondità. Molto calcarei e molto alcalini, la loro permeabilità è moderatamente bassa e il drenaggio molto lento. Hanno un moderato rischio di inondazione.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Endoaquents fine silty over sandy, mixed, thermic.
Classificazione WRB: Haplic Gleysols.


Suoli subordinati
Nelle aree, piuttosto ristrette, in cui i cordoni dunali sono maggiormente conservati, sono presenti suoli profondi, a tessitura sabbiosa, e drenaggio rapido, appartenenti al sottogruppo dei Typic Xeropsamments (Calcari-Arenic Regosols).

Profilo rappresentativo dei suoli Scolmatore: è visibile la falda (la fotografia è stata scattata nei primi giorni del mese di settembre)