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Le province pedologiche: Provincia pedologica 14 - Suoli delle pianure alluvionali
                     
Suoli delle pianure, su depositi alluvionali o lacustri a granulometria variabile, da argillosa a ciottolosa. La loro morfologia è pianeggiante o sub-pianeggiante, ad eccezione delle superfici più antiche, rimodellate dall'erosione e terrazzate, che possono presentare pendenze più alte. Sui terrazzi più antichi hanno profilo moderatamente o fortemente differenziato per rimozione o ridistribuzione dei carbonati, lisciviazione e rubefazione.
Nelle aree in cui la messa in posto dei sedimenti è più recente, i suoli sono moderatamente evoluti per brunificazione e parziale ridistribuzione dei carbonati. Sulle piane attuali i suoli hanno profilo scarsamente differenziato, e sono ancora inondabili. Sono talora presenti fenomeni di melanizzazione, vertisolizzazione e gleificazione. Le quote sono comprese tra 0 e 775 m s.l.m. Il loro uso è tipicamente agricolo, spesso irriguo; fanno eccezione le aree prossime ai greti dei corsi d'acqua attuali, a vegetazione naturale.
Questi suoli coprono una superficie di 96.154 ha, che corrisponde al 9,6% del territorio regionale.
                         
I suoli dei terrazzi alluvionali o fluvio-lacustri più antichi hanno profilo differenziato per decarbonatazione, lisciviazione e ossidazione dei minerali di ferro. Questi processi hanno agito con intensità differente, in relazione all'età della messa in posto dei sedimenti, e ad altri fattori, tra i quali la loro granulometria. La decarbonatazione ha portato in alcuni casi alla rimozione completa dei carbonati dal profilo, in altri alla loro ridistribuzione, con la formazione di un orizzonte profondo di accumulo (orizzonte calcico). La lisciviazione delle particelle minerali argillose ha condotto alla differenziazione di orizzonti di accumulo, il cui spessore e grado di espressione è variabile. L'ossidazione dei minerali di ferro in alcuni casi ha prodotto la rubefazione dei suoli: si tratta delle superfici più antiche. In altri casi, è avvenuta la brunificazione.
Nelle aree terrazzate più recenti, i suoli hanno profilo moderatamente differenziato. Oltre alla brunificazione, è avvenuta una rimozione dei carbonati parziale, spesso senza condurre alla formazione di un orizzonte calcico ben espresso.
In alcuni casi i suoli hanno orizzonti superficiali di colore scuro, ricchi di materia organica, effetto della melanizzazione (epipedon mollico). Questo processo è particolarmente diffuso nei suoli che si sono originati da depositi nei quali sono presenti materiali vulcanoclastici; questi, infatti, favoriscono la formazione di complessi organo-minerali stabili. E' probabile che i suoli con epipedon mollico fossero originariamente più diffusi, e che la messa a coltura di questi suoli, avvenuta da lungo tempo, possa averli ridotti per erosione o impoverimento del contenuto in sostanza organica.
I suoli a tessitura argillosa presentano fenomeni di vertisolizzazione più o meno pronunciati, anche in relazione alla presenza delle oscillazioni della falda, che può ridurre il periodo o il grado di disseccamento stagionale. La falda, inoltre, quando presente, ha indotto processi di gleificazione, attraverso l'instaurarsi di condizioni di saturazione e riduzione dei minerali di ferro.
Il fondovalle attuale dei fiumi è costituito, nei pressi degli alvei attuali, da aree che hanno subito alluvionamenti nel recente passato, e che sono state in parte arginate negli ultimi vent'anni. Da un lato, confinano direttamente con l'alveo del fiume, mentre verso monte sono a contatto con aree terrazzate oppure direttamente con i rilievi collinari.
Queste superfici sono caratterizzate da sedimenti di età molto recente: gli eventi alluvionali più rilevanti ne modificano l'assetto precedente, spessorimaneggiando i suoli in profondità. Ad esempio, nella valle del fiume Sinni, gli agricoltori ricordano l'evento eccezionale del 24 novembre 1944, che ha letteralmente sconvolto l'assetto del fondovalle, costringendo a ingenti interventi di sistemazione fondiaria negli anni successivi. La realizzazione dei grandi invasi lucani ha determinato, nelle valli in cui sono stati costruiti, una riduzione degli eventi alluvionali, per effetto della regimazione più controllata delle acque. La notevole perdita di aree agricole, molte delle quali investite da orticoltura intensiva, che ne è derivata, ha accresciuto l’utilizzo di aree un tempo considerate marginali, come le aree golenali. Queste ultime sono state protette dalle alluvioni con la costruzione di argini, e frequentemente sono stati realizzati, sui suoli più ciottolosi, ingenti apporti di terreno. Un esempio di questi interventi è quello realizzato, negli anni '70, su oltre 100 ettari di superficie nel fondovalle del Sinni, presso Senise. Per compensare in parte gli espropri eseguiti per la costruzione della diga di Monte Cotugno, che hanno interessato ampie aree a coltivazioni ortive, un'ampia superficie di proprietà demaniale, che ricadeva nell'originario alveo del fiume, è stata oggetto di recupero a terreno agrario attraverso un intervento pubblico. L'intervento ha trasformato il greto del fiume in superfici coltivabili: dopo un generale livellamento, sono stati effettuati consistenti riporti di terreno proveniente dalle aree che sarebbero state sommerse dalla creazione dell'invaso. La sistemazione dell'area fu completata attraverso la realizzazione di viabilità di servizio e impianti irrigui.
 
                         

La media valle dell’Agri
 
                         
Geologia e geomorfologia
In questa provincia pedologica sono comprese le superfici costituite da depositi alluvionali e lacustri esterne ai rilievi appenninici, che si riferisconoall'attività di corsi d'acqua tributari del mare Adriatico (il bacino dell'Ofanto) e del mar Ionio (i bacini del Bradano, Basento, Cavone, Agri, Sinni, e del torrente S. Nicola, lungo il confine con la Calabria). Un caso particolare è dato dalla piana fluviolacustre terrazzata di Palazzo S. Gervasio, che si trova in posizione altimetricamente elevata, e che è stata erosa verso nord-ovest dalla fiumara di Venosa, affluente dell'Ofanto, verso sud-est dal torrente Basentello, affluente del Bradano.
La valle dell'Ofanto e dei suoi affluenti è ampia e comprende, oltre alle alluvioni attuali, terrazzi fluviali di vario ordine. Questo fiume segna in molti
tratti il confine con la Puglia, e quindi in Basilicata ricade la sua porzione valliva di destra idrografica, con quote comprese tra i 100 ed i 400 m s.l.m., comprendendo i suoi principali affluenti. Al passaggio dai più elevati rilievi appenninici, a quelli più bassi del tavolato pugliese, il profilo trasversale della valle ha un netto cambiamento: dalla forma a “V” stretta e dai fianchi alti e ripidi del corso superiore, passa ad una forma a “V” molto larga, dai fianchi bassi e poco inclinati.
Questa differenza è rimarcata anche nelle altezze e nella litologia dei differenti terrazzi. A quote piuttosto elevate, fino a 100 m circa sull'alveo attuale ed a distanze a volte notevoli dal sistema idrografico corrente, sono presenti le alluvioni terrazzate antiche, con sedimenti prevalentemente ciottolosi e sabbiosi; i terrazzi medi, sopraelevati di circa 15 m rispetto all'attuale alveo, hanno sedimenti sabbiosi, talora argillosi.
Le valli dei principali fiumi tributari dello Ionio (Bradano, Basento, Cavone, Agri, Sinni) incidono i depositi plio-pleistocenici della fossa bradanica e sono riempite da spesse ed estese coltri alluvionali.
Le quote sono molto variabili, e sono comprese tra i 200 ed i 700 metri s.l.m. Nel complesso costituiscono, insieme ai numerosi affluenti, un reticolo idrografico dendritico, a luoghi assai denso, che si evolve rapidamente, ed in cui il processo di gerarchizzazione non è ancora molto avanzato. Questo aspetto è probabilmente legato alla relativa brevità del tempo intercorso dall'inizio del processo erosivo conseguente al rapido abbassamento del livello di base, e all'erodibilità dei depositi costituenti la fossa bradanica. La larghezza delle piane vallive non è regolarmente crescente verso la foce, ma, come accade in particolare lungo il corso del fiume Bradano, presenta irregolarità in forma di ampie svasature.
La maggior parte dei fiumi che scorrono nella fossa bradanica, e dei loro più importanti affluenti, ha letti di magra che seguono un tracciato anastomizzato per tratti più o meno lunghi. A questo si sostituisce, verso la foce, un andamento a meandri, a luoghi anche serrati. La forma a treccia caratterizza i tratti medio e superiore dei corsi d'acqua, all'uscita dal loro tratto appenninico. In questi tratti vi è una rapida diminuzione delle pendenze dei fondivalle, a seguito della quale gli stessi abbandonano gran parte del loro carico solido.
Per effetto dell'attiva evoluzione geomorfologica dell'intera area, i terrazzi alluvionali più antichi sono stati in genere fortemente smantellati. Sono presenti lembi di terrazzi alluvionali di vario ordine, anche a quote piuttosto elevate rispetto alle piane alluvionali attuali, ma in genere hanno superfici non cartografabili alla scala del presente lavoro. Questo fenomeno è principalmente legato al fatto che in gran parte poggiano sulla formazione delle argille, la cui instabilità provoca un continuo rimodellamento delle superfici.
Per quanto riguarda la distribuzione delle altimetrie, le aree più estese si trovano alle quote più basse: quasi il 60% del territorio della provinciapedologica si trova tra il livello del mare e i 200 m di quota. Le classi di pendenza più frequenti sono la pianeggiante e la sub-pianeggiante, che interessano rispettivamente il 36 % e il 32 % della provincia. Le aree con pendenza superiore al 25% sono molto limitate, il 3 % del totale.
 
                         

I terrazzi dell'Ofanto in località Gaudiano, presso Lavello.
 
                         

Distribuzione delle altimetrie
 

Distribuzione delle pendenze
   
                         
Clima
Per l'inquadramento climatico della provincia pedologica sono state considerate le stazioni meteorologiche di Valsinni (250 m s.l.m.) e di Lavello (313 m s.l.m.). Valsinni è localizzata nella parte meridionale di questa ampia provincia pedologica, e Lavello, già considerata a proposito della provincia 11 (cui si rimanda per le tabelle delle elaborazioni climatiche e il diagramma di Bagnouls e Gaussen), può essere utilizzata per la porzione settentrionale della provincia.
La distribuzione delle precipitazioni è tipicamente autunnale e invernale, con dicembre mese più piovoso (112 mm a Valsinni e 66 mm a Lavello) e luglio mese più secco (20 mm a Lavello e 22 mm a Valsinni). La media annua delle precipitazioni è 784 mm a Valsinni con 74 giorni piovosi,
572 mm a Lavello con 73 giorni di pioggia.
A Valsinni la temperatura media annua è pari a 15,8 °C, le medie mensili registrano valori massimi a luglio e agosto (rispettivamente, 25,6 e 25,5 °C) e minimi a gennaio (7,3 °C). Anche a Lavello i mesi di luglio e agosto sono i più caldi (la media mensile è identica, 24,7 °C) e gennaio è il più freddo con 7 °C di media; la temperatura media annua è di 15,6 °C.
I dati termo-pluviometrici, interpretati secondo il diagramma di Bagnouls e Gaussen, hanno evidenziato la presenza di un consistente periodo dideficit idrico che interessa, per le stazioni considerate, tutto il trimestre estivo e spesso anche parte del mese di settembre.
Il regime di umidità dei suoli stimato con il metodo Billaux è xerico sia nella stazione di Valsinni che in quella di Lavello, considerando suoli con AWC di 100, 150 e 200 mm. Il regime di temperatura è termico.
La classificazione del clima secondo la formula climatica proposta da Thornthwaite, riferita ad un AWC generico di 150 mm, è per la stazione di Valsinni C1B'2w2b'3, che identifica un clima subarido (C1) con indice di aridità pari a 36, secondo mesotermico (B'2) con evapotraspirazione potenziale (ETP) annua di 840 mm. Si caratterizza per una forte eccedenza idrica invernale (w2, con indice di umidità di 29) e per una concentrazione estiva dell'efficienza termica, ossia il rapporto tra ETP del trimestre estivo ed ETP annua, del 52% (b').
A Lavello la formula climatica è C1B'2db'4, che differisce da Valsinni per l'assenza di eccedenza idrica invernale (d, con indice di umidità di 4,7).
L'indice di aridità è 35, l'evapotraspirazione potenziale (ETP) annua 840 mm, la concentrazione estiva dell'efficienza termica il 51%.
La classificazione fitoclimatica di Pavari inserisce entrambe le stazioni all'interno del Lauretum, sottozona calda, II tipo, con siccità estiva.
 

Elaborazioni climatiche per la stazione meteorologica di Valsinni
Uso del suolo e vegetazione
L'utilizzazione del suolo di gran lunga prevalente è quella agricola. La maggior parte dei suoli, ad eccezione di quelli localizzati in aree inondabili, è adatto ad un ampia scelta di colture, a patto di avere disponibilità di acqua irrigua per superare il consistente deficit idrico climatico. Queste aree costituiscono una delle risorse più importanti per l'agricoltura regionale.
Nelle piane alluvionali poste in prossimità delle foci dei fiumi lungo la costa ionica vengono attuate soprattutto colture arboree specializzate (agrumeti, albicoccheti, pescheti), ortive a ciclo primaverile- estivo (meloni, peperoni, melanzane, pomodori da mensa, lattughe), ortive a ciclo autunno-invernale (finocchi, cavoli, rape, broccoli).
Sono anche molto diffuse le coltivazioni del carciofo e della fragola, quest'ultima coltivata soprattutto in forma protetta (tunnel di protezione).
A quote maggiori e man mano che ci si allontana dal mare, gli ordinamenti produttivi variano notevolmente, passando dalla coltivazione di fruttetialla coltivazione di cavoli, broccoli, olivi, cereali (compreso il mais, soprattutto per usi zootecnici), legumi, e foraggere annuali e poliennali, sino alle incisioni più interne e sprovviste di impianti irrigui, dove la coltivazione principale è rappresentata dal grano duro.
La copertura vegetale naturale è caratterizzata in prevalenza da vegetazione ripariale arborea ed arbustiva, distribuita in fasce discontinue lungo i
corsi d'acqua. Le specie più rappresentate sono costituite da Salix alba, Salix caprea, Salix purpurea, Salix purpurea ssp. lambertiana, Ulmus minor, Populus alba, Populus nigra, Tamarix spp., Nerium oleander, Vitex agnus-castus. Sono anche presenti lembi residui di vegetazione forestale planiziale a latifoglie decidue quali Quercus robur, Quercus cerris, Alnus glutinosa, Fraxynus angustifolia, Populus alba; questi ultimi sono riferiti all'associazione Carici-Fraxinetum angustifoliae (Fascetti, 1996), come è il caso della foresta planiziale del Bosco di Policoro. Ai bordi dei laghi artificiali si è formata una copertura vegetale a Magnopotamion.
 
                         
Le unità cartografiche della provincia pedologica 14              

Nell'immagine tridimensionale è visibile una porzione della carta pedologica in corrispondenza della valle dell'Ofanto presso la confluenza con il torrente Oliveto (l'emissario del lago del Rendina). Sono visibili varie unità cartografiche di questo sistema, poste in destra idrografica del fiume, il quale in questa zona segna il confine con la Puglia.
 
                         

In questa ampia provincia pedologica, le numerose unità cartografiche sono state distinte in relazione a tre ambiti geografici:
- suoli delle superfici fluvio - lacustri di Palazzo S. Gervasio;
- suoli della valle dell’Ofanto e dei suoi affluenti;
- suoli dei fondivalli dei fiumi ionici.

 
                         
I suoli delle superfici fluvio - lacustri di Palazzo S. Gervasio
 
                         
UNITÀ 14.1
Suoli della piana tra Palazzo S. Gervasio e il lago di Serra di Corvo, nell'alta valle del Basentello.
Hanno superfici pianeggianti, talora sub-pianeggianti, poco incise, e quote comprese tra 300 e 450 m s.l.m. I materiali di partenza sono depositi fluvio-lacustri, con presenza di materiali piroclastici.
L'unità ha una sola delineazione, la cui superficieè di 3.842 ha. L'uso del suolo è prevalentemente a seminativo (cereali e foraggere).
Sono suoli a profilo differenziato per ridistribuzione dei carbonati, con sviluppo di un orizzonte calcico in profondità, e con caratteri vertici in genere ben espressi.
Accanto a suoli a drenaggio libero (suoli Palazzo ben drenati), sono presenti suoli con orizzonti profondi moderatamente gleificati (suoli Palazzo moderatamente ben drenati).

Suoli prevalenti
Suoli Palazzo ben drenati (PPZ1)

Suoli molto profondi, con pronunciati caratteri vertici e orizzonte calcico presente in genere entro 150 cm di profondità. Hanno tessitura argillosa, scheletro assente o scarso, sono non calcarei o scarsamente calcarei in superficie, molto calcarei in profondità, alcalini in tutto il profilo. La loro permeabilità è bassa, il drenaggio buono.

 
Profilo rappresentativo dei suoli Trasano sottili o molto sottili (Serrone del Francese, Matera).
 
               

Classificazione Soil Taxonomy: Typic Calcixererts fine, mixed, semiactive, thermic.
Classificazione WRB: Pelli-Calcic Vertisols.

Suoli Palazzo moderatamente ben drenati (PPZ2)
Simili ai precedenti, se ne differenziano esclusivamente per il drenaggio mediocre, a causa della presenza di una falda temporanea.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Calcixererts fine, mixed, semiactive, thermic.
Classificazione WRB: Pelli-Calcic Vertisols.

 
                         
UNITA 14.2
Suoli delle superfici terrazzate, dissecate e fortemente incise delle piane fluvio-lacustri, nelle valli del Basentello e della fiumara di Venosa, per opera di questi corsi d'acqua e del reticolo idrografico secondario. Sono presenti numerose superfici pianeggianti o sub-pianeggianti, appartenenti all'originaria piana fluvio-lacustre, che costituiscono le aree sommitali di rilievi con versanti da debolmente acclivi a molto acclivi. I materiali di partenza sono costituiti da depositi fluvio-lacustri, con prevalenza di materiali piroclastici.
Le quote vanno da 160 a 420 m s.l.m. L'unità è composta da 5 delineazioni, per una superficie totale di 8.512 ha. L'utilizzazione del suolo è agricola, a seminativi e prati permanenti.
Nei versanti delle incisioni più ripide sono presenti aree a vegetazione naturale, prevalentemente arbustiva.
Accanto a suoli a profilo fortemente differenziato per rimozione dei carbonati e lisciviazione dell'argilla (suoli Mezzana), sono presenti suoli moderatamente evoluti per ridistribuzione dei carbonati, con sviluppo di un orizzonte calcico in profondità, e con caratteri vertici ben espressi (suoli La Rotonda). I primi si sono sviluppati sulle superfici più stabili, maggiormente corrispondenti alle originarie piane fluvio-lacustri.


Suoli prevalenti
Suoli Mezzana (MEZ1)

Suoli delle superfici pianeggianti e più stabili dell'unità, sono molto evoluti e molto profondi, con marcata differenziazione degli orizzonti. Sono caratterizzati da un epipedon mollico con un moderato contenuto in sostanza organica, da potenti orizzonti argillici e hanno caratteri vertici moderatamente espressi. Privi di scheletro, sono argillosi in superficie e franco argillosi in profondità.
Sono non calcarei, a reazione neutra in superficie e subalcalina in profondità, e hanno alta saturazione in basi. La loro permeabilità è molto bassa, e sono da ben drenati a moderatamente ben drenati.
Classificazione Soil Taxonomy: Vertic Argixerolls fine, mixed, active, thermic.
Classificazione WRB: Luvi-Vertic Phaeozems.

Suoli La Rotonda (ROT1)
Suoli delle superfici debolmente acclivi, a marcati caratteri vertici e con orizzonte calcico presente in genere entro il metro di profondità. Sono moderatamente profondi, limitati dalla presenza di orizzonti con scheletro e concentrazioni calcaree molto abbondanti, a tessitura franco argillosa e con scheletro scarso. Non calcarei in superficie, hanno reazione alcalina e alta saturazione in basi. Sono suoli ben drenati, con permeabilità moderatamente alta.
Classificazione Soil Taxonomy: Chromic Calcixererts fine silty, mixed, superactive, thermic.
Classificazione WRB: Calcic Vertisols.

Località Piano della Mezzana (Rapolla).
           
 
Profilo rappresentativo dei suoli Mezzana (località Piano della Mezzana, Rapolla)
       
         
I suoli della Valle dell'Ofanto e dei suoi affluenti
 
UNITÀ 14.3
Suoli della fascia di raccordo con i versanti, scarsamente incisa dal reticolo idrografico minore.
Sono sub-pianeggianti o debolmente acclivi, con materiali di partenza costituiti da depositi fluviali e colluviali a granulometria argillosa e sabbiosa. Le quote sono comprese tra 165 e 230 m s.l.m.
L'unità ha una sola delineazione, con superficie di 1.003 ha. L'uso del suolo è in prevalenza a seminativo.
I suoli più diffusi (suoli Scarabattoli) hanno moderata differenziazione del profilo per brunificazione.


Suoli prevalenti
Suoli Scarabattoli (SCB1)

Suoli con moderati caratteri vertici e con orizzonte calcico presente in genere oltre il metro di profondità.
Molto profondi e privi di scheletro, hanno tessitura da franco argillosa ad argillosa. Sono non calcarei in superficie, molto calcarei in profondità, hanno reazione subalcalina ed alta saturazione in basi. La loro permeabilità è bassa, il drenaggio buono, talora moderato.
Classificazione Soil Taxonomy: Vertic Haploxerepts fine, mixed, active, thermic.
Classificazione WRB: Eutri-Vertic Cambisols.



UNITÀ 14.4
Suoli delle antiche conoidi terrazzate, con depositi sabbioso-argillosi, sub-pianeggianti o debolmente acclivi, a quote comprese tra 160 e 235 m. s.l.m. Queste aree sono di limitata estensione, ed èstato possibile cartografare, alla scala del presente lavoro, una sola delineazione, con una superficie di 253 ha. L'uso del suolo prevalente è il seminativo asciutto.
I suoli La Pastora sono i più diffusi. Hanno profilo evoluto, differenziato per ridistribuzione dei carbonati, con formazione di un orizzonte calcico in profondità, e lisciviazione dell'argilla.

Suoli prevalenti
Suoli La Pastora (LPT1)

Suoli evoluti, molto profondi, privi di scheletro, a tessitura da franco argillosa ad argilloso limosa.
Sono scarsamente calcarei e subalcalini in superficie, molto calcarei e alcalini in profondità, e con alta saturazione in basi in tutti gli orizzonti. Hanno drenaggio buono e permeabilità moderatamente bassa.
Classificazione Soil Taxonomy: Calcic Haploxeralfs fine, mixed, active, thermic.
Classificazione WRB: Calcic Luvisols.



UNITÀ 14.5
L'unità comprende un'ampia area in destra idrografica dell'Ofanto, con terrazzi alluvionali di vario ordine, a sedimenti sabbioso argillosi e limosi. Si tratta di aree pianeggianti o sub-pianeggianti, nelle quali spesso sono state realizzate opere di drenaggio artificiale, al fine di migliorare
lo smaltimento delle acque superficiali.
Sono a quote comprese tra 130 e 255 m s.l.m. E' composta da una sola delineazione, di 3.692 ha di superficie. L'uso del suolo è caratterizzato da seminativi asciutti, colture ortive a pieno campo, e, subordinatamente, frutteti specializzati.
I suoli, in prevalenza, hanno un orizzonte petrocalcico a profondità variabile (suoli S. Mauro). In questi suoli, quindi, è avvenuta una ridistribuzione dei carbonati che ha portato alla formazione di un orizzonte di accumulo di carbonati secondari cementato, che costituisce un limite all'approfondimento delle radici. Sono presenti anche suoli meno evoluti, a scarsa differenziazione del profilo per brunificazione (suoli Caccia Reale), diffusi nelle aree di più recente evoluzione geomorfologica.

Suoli prevalenti
Suoli S. Mauro (MAU1)

Sono suoli moderatamente profondi, limitati da orizzonti petrocalcici che si sviluppano a partire da circa 60 cm di profondità. Parzialmente decarbonatati in superficie, sono estremamente calcarei in profondità e a reazione alcalina in tutto il profilo.
Hanno tessitura franco argillosa o franca, scheletro assente. Il loro drenaggio è mediocre e la permeabilità moderatamente bassa.
Classificazione Soil Taxonomy: Calcic Haploxerepts fine loamy, mixed, thermic.
Classificazione WRB: Petric Calcisols.

Suoli Caccia Reale (CRL1)
Suoli molto profondi, a tessitura franco argillosa, privi di scheletro, da non calcarei a molto scarsamente calcarei in superficie, calcarei in profondità. Presentano reazione alcalina e alta saturazione in basi. Sono ben drenati e hanno permeabilità moderatamente bassa.
Classificazione Soil Taxonomy: Fluventic Haploxerepts fine, mixed, superactive, thermic.
Classificazione WRB: Eutri-Fluvic Cambisols.

Suoli subordinati
Sono presenti, anche se su superfici limitate, varianti dei suoli S. Mauro a tessitura argillosa e adrenaggio lento. Alcune aree erose sono caratterizzate da suoli sottili, con orizzonte petrocalcico sub affiorante.
 
UNITÀ 14.6
L'unità comprende i suoli privi di orizzonte petrocalcico dei terrazzi alluvionali in destra Ofanto. Si sono sviluppati su terrazzi di vario ordine, con sedimenti prevalentemente argillosi e limosi in superficie, sabbioso-ghiaiosi in profondità. Le superfici sono sub-pianeggianti o debolmente ondulate e sono poste a quote variabili da 105 a 285 m s.l.m.
E' costituita da 7 delineazioni, che interessano una superficie totale di 3.856 ha. L'uso del suolo prevalente è dato da seminativi asciutti, subordinatamente seminativi arborati.
Sui terrazzi più antichi sono presenti suoli a profilo differenziato per ridistribuzione dei carbonati e lisciviazione dell'argilla (suoli Sirena). Nelle altre aree sono diffusi suoli a profilo moderatamente differenziato per ridistribuzione dei carbonati, con formazione di un orizzonte calcico profondo (suoli Vaccareccia) e, dove i sedimenti sono più fini, suoli con marcati caratteri vertici (suoli Navazio).
Spesso l'orizzonte superficiale è di colore scuro ed è ricco di sostanza organica (epipedon mollico).


Suoli prevalenti
Suoli Sirena (SIR1)

Suoli molto evoluti, con un orizzonte argillico ben espresso, un epipedon mollico con moderato contenuto in sostanza organica e un orizzonte calcico che è presente a profondità in genere superiori a 150 cm.

I terrazzi dell'unità 14.6 in località Ponte Morchella (Lavello); sullo sfondo, ai piedi dei rilievi collinari della zona di Montemilone (provincia di terre 11), sono visibili i terrazzi dell'unità 14.5.
 
Molto profondi, hanno tessitura franca in superficie, da franco argillosa ad argillosa in profondità, scarso contenuto di scheletro in tutti gli orizzonti. Sono non calcarei in superficie e fortemente calcarei in profondità, e hanno reazione da subalcalina ad alcalina. Ben drenati, hanno permeabilità da moderatamente bassa a bassa.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Argixerolls fine, mixed, semiactive, thermic.
Classificazione WRB: Luvic Phaeozems.

Suoli Vaccareccia (VCE1)
Sono suoli molto profondi, con un potente orizzonte calcico, privi di scheletro, a tessitura franco limoso argillosa, talora franco argillosa in profondità.
Molto calcarei, sono molto alcalini in tutto il profilo, ben drenati, e hanno permeabilità moderata.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Calcixerepts fine silty, mixed, superactive, thermic.
Classificazione WRB: Haplic Calcisols.

Suoli Navazio (NAV1)
Suoli molto profondi, con marcati caratteri vertici. Privi di scheletro, hanno tessitura argillosa, sono da moderatamente a molto calcarei, alcalini omolto alcalini. Hanno drenaggio mediocre e bassa permeabilità.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxererts fine, mixed, superactive, thermic.
Classificazione WRB: Eutric Vertisols.


Suoli subordinati
Sono presenti varianti dei suoli Vaccareccia con epipedon mollico, che rientrano nel sottogruppo dei Typic Calcixerolls.

 
UNITÀ 14.7
Sono i suoli del fondovalle del fiume Ofanto e dei suoi affluenti, dei quali il principale è la fiumara di Venosa.
Vi sono comprese le aree golenali, sede delle dinamiche recenti e attuali del fiume, con sedimenti sabbiosi e ciottolosi, e aree poco rilevate rispetto alle precedenti, con sedimenti in genere più limosi.

Sono pianeggianti, e posti a quote che variano da 105 a 400 m s.l.m.
L'unica delineazione che costituisce questa unità cartografica ha una superficie di 4.438 ha.

Sono presenti seminativi, incolti, rada vegetazione riparia in prossimità del greto dei corsi d'acqua.

Suoli a profilo poco differenziato, per brunificazione o per melanizzazione degli orizzonti superficiali sono diffusi nelle aree di poco rilevate rispetto agli alvei attuali (suoli Canestrello e Camarda Vecchia); nelle vicinanze di questi ultimi, invece, sono presenti suoli privi di differenziazione (suoli Alvano).

Aree di fondovalle dell'Ofanto, di poco rilevate rispetto all'alveo
attuale (Borgata Piaggio, Lavello).
 
                       
Suoli prevalenti
Suoli Canestrello (CAT1)
Sono suoli molto calcarei e molto profondi, a tessitura franca o franco sabbiosa in superficie, sabbiosa a partire da circa 70 cm di profondità, privi di scheletro. Hanno reazione molto alcalina, talora estremamente alcalina nel substrato, e sono caratterizzati da un drenaggio buono e da alta permeabilità. Il rischio di inondazione è lieve.
Classificazione Soil Taxonomy: Fluventic Haploxerepts fine silty over sandy, mixed, superactive, thermic.
Classificazione WRB: Eutri-Fluvic Cambisols.

Suoli Camarda Vecchia (VEC1)
Suoli molto profondi, con un epipedon mollico a moderato contenuto in sostanza organica. Hanno tessitura franca o franco argillosa, e scheletro da assente a scarso. Sono scarsamente calcarei in superficie, molto calcarei in profondità, a reazione molto alcalina. Generalmente ben drenati, hanno permeabilità moderatamente bassa.
Sono sporadicamente inondabili.
Classificazione Soil Taxonomy: Fluventic Haploxerolls fine silty, mixed, superactive, thermic.
Classificazione WRB: Calcaric Phaeozems.

Suoli Alvano (ALV1)
Suoli poco evoluti, sono diffusi nelle aree golenali a rischio d'inondazione frequente. Hanno tessitura sabbioso franca nell'orizzonte arato, sabbiosa in profondità, sono molto calcarei e privi di scheletro fino a oltre 1,5 m di profondità, dove possono essere presenti livelli ciottolosi.
Presentano reazione alcalina, drenaggio eccessivo e permeabilità alta.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Xeropsamments, mixed, thermic.
Classificazione WRB: Calcari-Arenic Regosols.

 
Profilo rappresentativo dei suoli Canestrello (località Parasacco, Lavello); in questo caso il contatto con il substrato sabbioso è più profondo, a 130 cm.
       
                       
Suoli dei fondivalli dei fiumi ionici
 
UNITÀ 14.8
Questa unità comprende i suoli dei terrazzi alluvionali.
Nelle valli dei fiumi che confluiscono nello Ionio le aree terrazzate sono molte, e situate a quote diverse rispetto ai fondivalli attuali. Ad esempio, nella media valle del Sinni sono presenti terrazzi posti, rispetto al corso attuale del fiume, a dislivelli di 20, 60, 120, 150, 230, fino a 300 m. L'età della messa in posto dei sedimenti che li hanno formati può essere quindi molto diversa, e la loro presenza testimonia una lunga storia evolutiva
del paesaggio. L'erosione ha agito intensamente su queste superfici, che si presentano frammentate e incise dal reticolo idrografico minore.
Raramente infatti raggiungono dimensioni tali da essere cartografate alla scala del presente lavoro.
I materiali sono variabili: in prevalenza ghiaie e ciottoli in matrice sabbiosa, che spesso passano a depositi limoso-sabbiosi in alto, talora materiali più fini (limi e argille). La loro potenza è estremamente variabile, da pochi metri fino ad alcune decine di metri. Gli ordini di terrazzi posti alle quote più elevate sono in genere isolati, e le superfici di raccordo sono costituite, più che da scarpate, da versanti nei quali i materiali costituenti il terrazzo rappresentano una parte molto limitata: in gran parte affiorano formazioni geologiche plio-pleistoceniche.
Le superfici che ricadono in questa unità sono pianeggianti o sub-pianeggianti nelle porzioni più conservate, da debolmente a moderatamente acclivi nelle parti più erose. Le quote variano da 38 a 420 m s.l.m. L'unità è composta da 13 delineazioni, per una superficie totale di 4.082 ha. L'uso del suolo è dato per lo più da seminativi asciutti, più raramente seminativi arborati.I suoli in genere sono a profilo evoluto, differenziato per rimozione dei carbonati, lisciviazione e, in molti casi, rubefazione. Su materiali di partenza sabbiosi e ciottolosi sono presenti suoli Visciglio e Cappuccini, su materiali argilloso-limosi si rinvengono i suoli Pezza Chiarella. Su materiali fini sono presenti anche suoli a profilo meno differenziato, per pedoturbazione legata alla contrazione e rigonfiamento delle argille (suoli Codicino).

Suoli prevalenti
Suoli Visciglio (VIS1)

Suoli molto profondi, evoluti e con colori bruno rossastri. Sono franchi e con scheletro comune in superficie, da franco argillosi ad argillosi e con scheletro da comune ad abbondante in profondità.
Non calcarei, hanno reazione neutra in superficie, da subalcalina ad alcalina negli orizzonti profondi, e un tasso di saturazione in basi da medio ad alto. Sono ben drenati e a permeabilità moderatamente alta.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxeralfs fine loamy, mixed, superactive, thermic.
Classificazione WRB: Chromic Luvisols.

Suoli Cappuccini (CPU1)
Suoli molto profondi, evoluti, con colori bruno giallastri, hanno tessitura franco argillosa o argillosa e sono privi di scheletro. Non calcarei tranne che nel substrato, presentano reazione neutra in superficie, da subalcalina ad alcalina in profondità, e alto tasso di saturazione in basi. Il drenaggioè mediocre, la permeabilità moderatamente bassa.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxeralfs fine, mixed, superactive, thermic.

Classificazione WRB: Haplic Luvisols.

Suoli Codicino (COD1)
Suoli con marcati caratteri vertici, a tessitura argillosa o argilloso limosa, molto profondi. Hanno uno scarso contenuto in scheletro, con orizzonti ghiaiosi solo in profondità. Sono non calcarei in superficie, da scarsamente a molto calcarei in profondità, a reazione da subalcalina ad alcalina, con alto tasso di saturazione in basi. Il loro drenaggio è mediocre e la permeabilità bassa.
Classificazione Soil Taxonomy: Aridic Haploxererts fine, mixed, superactive, thermic.
Classificazione WRB: Eutric Vertisols.

Suoli Pezza Chiarella (PEC1)
Suoli evoluti, con marcata differenziazione del profilo, con un epipedon mollico a moderato contenuto in sostanza organica. Sono molto profondi, argillosi, spesso franco argillosi nell'orizzonte superficiale, con scheletro scarso o assente in superficie, abbondante oltre un metro di profondità. Sono privi di carbonati, hanno reazione subalcalina e alta saturazione in basi. La loro permeabilità è moderatamente bassa, e sono moderatamente ben drenati.
Classificazione Soil Taxonomy: Vertic Argixerolls fine, mixed, active, thermic.
Classificazione WRB: Hyposodi-Vertic Phaeozems


Suoli subordinati
La variabilità pedologica di questa unità è molto elevata. Accanto alle tipologie descritte a proposito dei suoli prevalenti, sono presenti, per effetto dell'evoluzione geomorfologica delle superfici originarie, per erosione o per accumulo di materiali provenienti dai versanti soprastanti, fasi che se ne discostano in gradi diversi, e che possono presentare caratteri funzionali estremamente differenziati.
Ad esempio, l'affioramento del substrato ghiaioso, o di orizzonti calcici profondi, o l'aumento della pendenza, o coperture colluviali di materiali di granulometria diversa (sabbiosi, argillosi) solo per fare alcuni esempi, possono determinare cambiamenti profondi nel drenaggio, nella riserva idrica, e nei caratteri chimici (reazione, capacità di scambio cationico ecc.).
 
UNITÀ 14.9
Suoli dei fondivalle alluvionali, compresi tra i terrazzi più antichi o i versanti e le aree più inondabili limitrofe ai corsi d'acqua.
Riguardano le incisioni vallive e i fondivalle dei principali fiumi tributari dello Ionio (Sarmento, Sinni, Agri, Cavone, Basento, Bradano), con aree a morfologia pianeggiante o sub-pianeggiante caratterizzate da depositi alluvionali a granulometria variabile, comprendenti superfici alluvionali recenti, spesso lievemente terrazzate, coni alluvionali, fasce di colluvi alla base dei versanti, terrazzi più bassi.
I sedimenti che le hanno originate sono di varia natura e composizione, in quanto sono provenienti sia dalle alluvioni del fiume principale, che da apporti più locali, di torrenti e fossi che affluiscono nella valle dai versanti soprastanti, sia di materiale colluviale, eroso dalle pendici.
Le quote variano dal livello del mare fino a 490 m s.l.m. L'unità ha 65 delineazioni, per una superficie totale di 38.720 ha. Queste aree sono in gran parte agricole: le aree più rilevate ospitano vigneti e oliveti, mentre le superfici servite da canali di irrigazione sono intensamente coltivate (in genere a ortaggi).
I suoli più diffusi hanno profilo poco differenziato, per brunificazione e iniziale ridistribuzione dei carbonati (suoli Servino e Rivolta).

Terrazzi in destra idrografica nella media valle del Bradano (Oppido Lucano).
Gli altri suoli elencati coprono superfici relativamente ridotte, se si considera l'unità cartografica nel suo complesso, anche se localmente possono interessare superfici significative. I suoli Manicone, che hanno profilo moderatamente differenziato per ridistribuzione dei carbonati con formazione di orizzonti calcici profondi, si sono sviluppati sulle superfici relativamente, più antiche. In aree caratterizzate dalla presenza di una falda che interessa il suolo, sono presenti suoli con gradi differenti di gleificazione: i suoli Tre Confini si rinvengono in aree con falda temporanea, i suoli Serrapotamo in aree con falda permanente. Nei tratti terminali delle valli, presso lo sbocco nella piana costiera, sono diffusi suoli a evoluzione iniziale (suoli L'Arbusto).
A proposito dei sopra citati suoli Serrapotamo, è da segnalare che è su questi suoli che tradizionalmente viene coltivato il peperone di Senise.

I suoli Servino hanno varianti più
sabbiose e ciottolose (valle del
Basento presso Ferrandina).
 

Suoli prevalenti
Suoli Servino (SER1)

Sono suoli molto profondi, a tessitura variabile, al confine tra le classi granulometriche fine loamy e coarse loamy: franchi o franco sabbiosi in superficie, hanno spesso tessitura più fine in profondità, e sono privi di scheletro. Da molto a scarsamente calcarei, hanno reazione da alcalina adestremamente alcalina, sono ben drenati e a permeabilità moderatamente alta.
Sulle superfici più recenti, l'orizzonte cambico non è sufficientemente espresso, e questi suoli sono da attribuire al grande gruppo degli Xerofluvents. In altri casi, hanno granulometria più sabbiosa o ciottolosa (varianti degli Xeropsamments e della famiglia loamy skeletal).
Classificazione Soil Taxonomy: Fluventic Haploxerepts fine loamy, mixed, superactive, thermic.
Classificazione WRB: Eutri-Fluvic Cambisols.

Suoli Rivolta (RIV1)
Suoli molto profondi, sono diffusi principalmente nei tratti medio e terminale dei fiumi ionici. Privi di scheletro, hanno tessitura franco limosa, drenaggio da buono a mediocre e permeabilità moderatamente alta. Sono molto calcarei e molto alcalini in tutti gli orizzonti.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Haploxerepts fine silty, mixed, active, thermic.
Classificazione WRB: Calcaric Cambisols.


Suoli subordinati
Suoli Manicone (MAN1)

Questi suoli sono diffusi principalmente su aree terrazzate delimitate da scarpate evidenti. Sono profondi o molto profondi, con profondità utile che può essere talora limitata da orizzonti argillosi compatti, e hanno un orizzonte calcico. Sono franco argillosi in superficie, argillosi o argilloso limosi in profondità, molto o fortemente calcarei, a reazione da alcalina a molto alcalina. La loro permeabilità è moderatamente bassa, e sono moderatamente ben drenati.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Calcixerepts fine, mixed, active, thermic.
Classificazione WRB: Haplic Calcisols.

Suoli Tre Confini (TRE1)
Suoli molto profondi, caratterizzati dalla presenza di una falda temporanea, in genere a profondità superiori a 1,5 m. Hanno tessitura franco limoso argillosa, scheletro assente, talora scarso nell'orizzonte arato. Fortemente calcarei, sono molto alcalini. Il loro drenaggio è da mediocre a lento, la permeabilità moderatamente bassa.
Classificazione Soil Taxonomy: Aquic Haploxerepts fine, mixed, active, thermic.
Classificazione WRB: Eutri-Gleyic Cambisols.

Suoli Serrapotamo (SRR1)
Suoli da sottili a moderatamente profondi, sono limitati dalla presenza di una falda permanente.
Hanno tessitura franco sabbiosa, scheletro da scarso a comune, sono molto calcarei e a reazione alcalina. Il loro drenaggio è da molto lento ad impedito a causa delle difficoltà del drenaggio esterno, mentre la loro permeabilità è moderatamente alta.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Endoaquents coarse loamy, mixed, calcareous, superactive, thermic.
Classificazione WRB: Calcaric Gleysols.

Suoli l'Arbusto (ARS1)
Sono suoli a moderato rischio di inondazione, da moderatamente profondi a profondi per la presenza della falda, a tessitura franco limosa in superficie e sabbioso franca o sabbiosa in profondità. Privi di scheletro, sono da scarsamente a molto calcarei e a reazione estremamente alcalina. Hanno drenaggio lento e permeabilità moderatamente alta.
Classificazione Soil Taxonomy: Aquic Xerofluvents coarse loamy, mixed, calcareous, superactive, thermic.
Classificazione WRB: Eutri-Gleyic Fluvisols.


Profilo rappresentativo dei suoli Tre
Confini (valle del Bradano presso
Montescaglioso).

Profilo rappresentativo dei suoli
Serrapotamo (località
Pantoni, presso Senise).
 
UNITÀ 14.10
Suoli delle conche fluvio-lacustri a nord di Matera, a sedimenti prevalentemente limosoargillosi. Si tratta di superfici depresse, pianeggianti o sub-pianeggianti, talora debolmente acclivi nelle fasce di raccordo con le aree circostanti. Le quote sono comprese tra 310 e 380 m s.l.m. L'unità ha una sola delineazione, con superficie di 2.058 ha. L'uso del suolo è in prevalenza a seminativi
avvicendati. I suoli più diffusi, i suoli Iesce, hanno profilo relativamente omogeneo per effetto della pedoturbazione causata dai fenomeni vertici.


Suoli prevalenti
Suoli Iesce (IES1)

Suoli molto profondi, franco argillosi e privi di scheletro in superficie, sono argillosi e con scheletro da scarso a comune in profondità. Molto calcarei, hanno reazione subalcalina in superficie, da alcalina a molto alcalina negli orizzonti profondi, dove può essere presente eccesso di sodio nel complesso di scambio. Il loro drenaggio è mediocre, la permeabilità bassa.
Classificazione Soil Taxonomy: Sodic Haploxererts fine, mixed, active, thermic.
Classificazione WRB: Hyposodic Vertisols

Profilo rappresentativo dei suoli Iesce.
   
   
                     

L'ambiente dei suoli Iesce: nella fotografia, una parte del Pantano di Iesce (Matera), nel quale questi suoli sono stati descritti.
                     
UNITÀ 14.11
Suoli dei tratti terminali delle pianure alluvionali dei fiumi che sboccano nello Ionio, nei pressi della loro foce, a contatto con la pianura costiera. Superfici pianeggianti, con presenza, talora, di deboli ondulazioni, tracce di cordoni dunali. Le quote sono comprese tra 0 e 38 m s.l.m. Costituita da 9 delineazioni, questa unità ha una superficie complessiva di 5.082 ha. L'uso del suolo è ad agricoltura intensiva, in prevalenza orticoltura, con presenza di aree a vegetazione naturale nei pressi delle rive dei fiumi o della costa del mare.
Sono suoli a profilo poco evoluto. I suoli Criminale si sono sviluppati su sedimenti più grossolani, sabbioso-limosi, i suoli Parchitello a substrato sabbioso in aree a morfologia debolmente depressa, con sedimenti argillosi in superficie.
Questi ultimi hanno marcati caratteri vertici e denotano fenomeni di gleificazione per la presenza della falda. I suoli Sottano, meno diffusi dei precedenti, caratterizzano le tracce di cordoni dunali.
                     

Suoli prevalenti
Suoli Criminale (CRI1)

Sono suoli poco evoluti, profondi, molto calcarei, a tessitura sabbioso franca, talora franca nell'orizzonte superficiale.
Hanno drenaggio moderatamente rapido e permeabilità elevata. Sono molto alcalini e leggermente salini. Il loro rischio di inondazione è lieve o occasionale.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Xerofluvents coarse loamy, mixed, calcareous, superactive, thermic.
Classificazione WRB: Calcaric Fluvisols.

Suoli Parchitello a substrato sabbioso (PAC1)
Diffusi anche nella piana costiera, sono suoli moderatamente profondi, limitati dalla presenza della falda, con marcati caratteri vertici, molto calcarei.
Hanno tessitura argillosa in superficie e sabbioso franca in profondità, permeabilità bassae drenaggio lento. Sono molto alcalini nell'orizzonte arato, estremamente alcalini negli altri orizzonti.
Il tenore in salinità è variabile: da assente a leggero in superficie, da leggero a moderato in profondità.
Sono talora presenti, in profondità, orizzonti moderatamente sodici o sodici. Questi suoli hanno rischio di inondazione occasionale.
Classificazione Soil Taxonomy: Chromic Endoaquerts clayey over sandy, mixed, subactive, thermic.
Classificazione WRB: Eutric Vertisols.

Suoli Parchitello a substrato sabbioso (PAC1)
Diffusi anche nella piana costiera, sono suoli moderatamente profondi, limitati dalla presenza della falda, con marcati caratteri vertici, molto calcarei. Hanno tessitura argillosa in superficie e sabbioso franca in profondità, permeabilità bassae drenaggio lento. Sono molto alcalini nell'orizzonte arato, estremamente alcalini negli altri orizzonti.

 

Profilo rappresentativo dei suoli Criminale. Sono ben visibili le sottili stratificazioni del materiale alluvionale
 
Il tenore in salinità è variabile: da assente a leggero in superficie, da leggero a moderato in profondità. Sono talora presenti, in profondità, orizzonti moderatamente sodici o sodici. Questi suoli hanno rischio di inondazione occasionale.
Classificazione Soil Taxonomy: Chromic Endoaquerts clayey over sandy, mixed, subactive, thermic.
Classificazione WRB: Eutric Vertisols.


Suoli subordinati
Suoli Sottano (SOT1)

Tipici della piana costiera, sono suoli poco evoluti, profondi, nei quali è presente la falda, o le sue oscillazioni, poco oltre un metro di profondità. Molto calcarei, hanno tessitura sabbioso franca o sabbiosa, permeabilità alta, drenaggio mediocre, e reazione molto alcalina. Il rischio di inondazione è lieve.
Classificazione Soil Taxonomy: Aquic Xeropsamments, mixed, thermic.
Classificazione WRB: Areni-Gleyic Regosols.
 
UNITÀ 14.12
Suoli delle superfici adiacenti ai corsi d'acqua, facilmente inondabili nel corso degli eventi di piena, a meno che non siano protetti da argini.
Comprendono gli ampi greti dei fiumi principali e delle fiumare minori, privi di vegetazione o con vegetazione naturale di ripa e di greto, e limitate aree adiacenti, in genere protette da argini, coltivate (colture arboree specializzate, colture orticole, seminativi). I materiali di partenza sono costituiti da depositi alluvionali ciottolosi e sabbiosi, con scarsa presenza delle frazioni limose e argillose.
La morfologia è pianeggiante e le quote vanno da 0 a 775 m s.l.m. L'unità è costituita da 7 delineazioni, e interessa una superficie complessiva di 20.616 ha. Sono suoli a profilo poco differenziato. I suoli Agri sono ampiamente diffusi, i suoli Macristasi caratterizzano le aree in posizione distale rispetto ai greti attuali, e sono talora coltivati.


Suoli prevalenti
Suoli Agri (AGR1)

Suoli poco evoluti, molto profondi, franco sabbiosi in superficie, sabbiosi in profondità, con scheletro abbondante, talora frequente in superficie.

La fiumara del torrente Rubbio presso la confluenza con il fiume Sinni.
 
Sono molto calcarei e alcalini, e presentano un drenaggio rapido e una permeabilità alta.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Xerorthents sandy skeletal, mixed, thermic.
Classificazione WRB: Endoskeleti-Calcaric Regosols.

Suoli Macristasi (MAC1)
Suoli poco evoluti caratterizzati da un minore contenuto in scheletro rispetto ai suoli Agri, da assente a comune. Molto profondi, hanno tessitura da franca a franco sabbiosa, drenaggio rapido e permeabilità moderatamente alta. Sono moderatamente calcarei e alcalini in superficie, molto calcarei e molto alcalini nel substrato.
Classificazione Soil Taxonomy: Typic Xerofluvents coarse loamy, mixed, calcareous, superactive, thermic.
Classificazione WRB: Calcaric Fluvisols.