Cia, presentata associazione “Basilicata rurale”


ore 12:59


BASL’associazione socio-culturale Basilicata Rurale è stata presentata ai dirigenti della Cia, la Confederazione Italiana Agricoltori in un incontro – rende noto la stessa Cia - al quale ha partecipato Alberto Giombetti, coordinatore Giunta nazionale Cia. “Si tratta di una struttura senza scopi di lucro delle associazioni di persone operanti nel sistema Cia, quali: Anp (Associazione pensionati) Agia (Associazione giovani agricoltori); Donne in Campo (Associazione imprenditrici agricole) e di Ases (Associazione solidarietà e sviluppo sede di Basilicata). Queste le sei finalità principali: osservatorio sulle politiche di welfare, animazione, aggregazione e attività solidaristiche a favore delle comunità delle aree rurali; tutela e valorizzazione della cultura; favorire una rinnovata attenzione in particolare verso le giovani generazioni; centro documentale e archivio storico – librario relativo alle attività del settore agricolo ; struttura di comunicazione, informazione ed orientamento degli operatori del settore agricolo.
I rappresentanti dei 5 organismi compongono il Direttivo dell’Associazione “Basilicata Rurale”, che a sua volta eleggerà anche il Presidente. L’Associazione intende avvalersi prevedendone la funzioni e compiti nello statuto di un comitato tecnico di supporto circa le attività da sviluppare. Tale comitato è composto da: Prof. Ettore Bove, Dott. Pancrazio Toscano, Dott. Antonio Amato e Dott. Donato Muscillo.
Per Donato Distefano, presidente Cia Basilicata “si colma una carenza nell’associazionismo socio-culturale che a parte qualche iniziativa sporadica non si è occupato in forma più organica e duratura degli aspetti riferiti alle condizioni di vita e di lavoro delle popolazioni rurali che da noi rappresentano i due terzi dell’intera popolazione regionale. La vicenda della chiusura di alcuni uffici postali in contrade rurali della Basilicata – aggiunge – è particolarmente significativa della disattenzione e sottovalutazione a questa problematica: basta infatti chiudere un ufficio postale per privare una comunità di un servizio essenziale, come del resto accade per i servizi socio-sanitari-assistenziali del tutto carenti ed inadeguati rispetto alla popolazione anziana delle nostre campagne”.
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